Sabato sera ho avuto un incontro davvero fortunato con una moderna Antigone.
Piazza Vecchia ha fatto da sfondo e creato un’atmosfera mistica per lo spettacolo di una giovane attrice, Miriam Giudice, che è riuscita a risvegliare l’attenzione dei bergamaschi che passeggiavano per Città Alta, cosa di per sè non facile. Ha affascinato il suo pubblico: molti bimbi curiosi hanno trascinato i genitori, che poi sono rimasti fino alla fine, molto interessati (addirittura zittendo quello che sembrava essere un addio al nubilato).
Anti#Gone, rito per voce e corpo è una libera interpretazione dell’Antigone di J. Anouillh: la ribellione qui è quella di essere sè stessi.
In apertura su una scena minimal (un telo di plastica funge da palcoscenico con il solo l’aiuto di una cassa audio) vediamo la nascita di Antigone, forse il sorgere della sua coscienza: ella è cosciente del suo nome e del suo destino e sfida le convenzioni sociali, una su tutte è “essere ciò che si è o ciò che si dovrebbe essere?”
Antigone fa la sua scelta: pronunciando le parole “per me” innesca un forte cambiamento. E’ la scelta che determina l’avvenire umano, è l’unica azione che permette di affacciarci alla vita, anche se a quella vita si rinuncia, proprio come la protagonista.
La nostra eroina è stata vista nel tempo come simbolo dell’opposizione ad un potere totalitario: dapprima nella versione originaria di Sofocle si è opposta al tiranno Creonte, poi nella versione di Anouillh si oppone al nazismo. Questa forte connotazione libertaria viene ripresa dall’Antigone di Miriam nel gesto-simbolo del ricoprire con la sabbia il corpo (immaginario qui) del fratello, che per ordine del tiranno Creonte non doveva essere sepolto e che sarà origine della tragedia.
Miriam Guidice attualizza questa opposione al potere facendoci capire che la scelta più grande oggi è quella di affermare noi stessi come siamo, non come ci vorrebbero altri o l’intera società. Questa rappresentazione, seppur breve (dura solamente 30 min.), scava nel profondo degli astanti, spinge ad una riflessione su sè stessi, proprio perchè l’autrice e performer è riuscita a toccare le corde del presente.
Spero di rivedere presto Miriam nei teatri della mia Città con questo lavoro, che verrebbe portato a 60 min per il pubblico del teatro; ma se anche ciò non si avverasse la cercherei molto volentieri in Piazza Vecchia, con il seguito della trilogia.