Coperta dai debiti chiude l’ufficio, sparisce, e lascia da pagare bollette dell’acqua e fornitori per oltre 135mila euro.
A testimoniare il fatto che al 12 di via Rubini, a Romano, abbia sede l’ufficio dell’amministratore di settanta, forse ottanta condomini sparsi in tutta la Bassa, è rimasto solo una targa sul citofono: «Studio Riva», e un cartello affisso martedì notte: «Chiuso per gravi motivi personali».
Poi, nulla.
Irreperibile la titolare Elisabetta Riva, 52 anni, che dopo gravi problemi di salute ed economici «è sostanzialmente crollata» come ha detto il suo avvocato Gabriele Forcella, e da alcuni mesi a questa parte non ha più né pagato le bollette né convocato assemblee condominiali per spiegare il perché di un «buco» ancora difficile da quantificare. Che ora dovranno ripagare gli inquilini.
I palazzi coinvolti sono tantissimi e diversi di questi – particolare che ha fatto allarmare molti – sono tra quelli amministrati a suo tempo da quel Luigi Montrone condannato a metà dicembre a nove mesi per aver intascato i soldi degli inquilini che si fidavano di lui.
Tanto che ora sono molte le famiglie angosciate dalla possibilità di essere ricascate nella stessa rete.
La situazione in realtà sembra però diversa, sebbene ancora tutta da chiarire. Il disavanzo, come ha chiarito l’avvocato, non è il risultato di una «fuga col bottino», ma da problemi seri di salute e da movimenti bancari effettuati ingenuamente per ripianare alcuni ammanchi derivanti dalle morosità di alcuni dei sessanta condomini.
Il conto più ingente è quello di Uniacque: 135mila euro di acqua, che Riva non ha mai pagato. In più vantano crediti verso i condomini diversi fornitori, soprattutto per lavori di ristrutturazione.
La situazione è ancora molto confusa, considerando il numero impressionante di strutture che lo studio amministrava in diverse forme: chi solo per quanto riguarda le spese generali, dalla pulizia al giardinaggio, e le utenze comuni, chi invece anche per le bollette domestiche di impianti centralizzati.
Ne abbiamo rintracciati a Romano, Martinengo, Urgnano, Calvenzano, Treviglio. Un condominio di Romano dove fino ad aprile tutto sembrava tranquillo, si è trovato un saldo sul conto corrente di 15 euro. Dove siano gli altri soldi, non si sa. Probabilmente spostati sui conti di altri condomini, morosi.
Altri si sono trovati invece la posta intasata da solleciti di pagamento per debiti che pensavano già saldati, risalenti non solo a questi mesi ma anche al 2011. Se non pagheranno, saranno tagliate le forniture.
Intanto, dopo settimane di silenzio, lo studio si è fatto vivo tramite il proprio avvocato. Del resto il 18 dicembre ad ogni ora sembrava una processione, avanti e indietro da via Rubini. A cercare l’amministratrice erano inquilini provenienti da tutta la Bassa che citofonavano, aspettavano e poi se ne andavano senza risposte.
«Va avanti così da giorni – ha detto la proprietaria dello stabile dove ha sede lo studio, che è tra l’altro anche indietro con i pagamenti dell’affitto di diversi mesi – Non sappiamo cosa fare, noi non abbiamo idea di dove siano i titolari e non possiamo aiutarli».
«Gli inquilini dovranno ripagare con urgenza altrimenti si troveranno senza acqua, senza corrente e per alcuni anche senza gasolio – ha raccontato invece via lettera ai giornali la figlia di una coppia di anziani che vive a Romano – Ci sono poi spese per le pulizie, per lavori condominiali eccetera. Pare tra l’altro che in certi palazzi l’erogazione sia stata già sospesa (circostanza che l’avvocato Forcella ha però smentito, ndr). Siamo disperati e non sappiamo cosa fare, molta di questa gente versa in difficoltà economica e questo ulteriore problema è insormontabile. Personalmente sono disoccupata, vivo con i miei genitori, padre in pensione e madre casalinga, che da quando ieri hanno scoperto la cosa stanno malissimo».