Chi lo incontrava per la prima volta, così sopra le righe eppure perfettamente aderente ai personaggi che adorava, pensava immediatamente a un componente aggiuntivo dei Rolling Stones. Una sorta di Mick Jagger a cui le cose non erano andate come per la rockstar: i casi della vita. E la sua era una vita di eccessi, come quella dei veri rocker. I musicisti di Bergamo e i clienti di tanti locali di musica dal vivo – e di tanti bar tra Monterosso e Redona – piangono la scomparsa di Elio De Grazia, per tutti Faina, stroncato martedì 4 gennaio da un infarto.
«Era un sessantenne, ma è come se avesse vissuto 200 anni, era un’icona a Bergamo per il rock, lo conoscevano tutti — dice David Drusin, titolare del Druso, al Corriere della Sera Bergamo -: quando veniva da noi, soprattutto quando il locale era a Redona, buttava l’armonica nel bicchiere della birra, la tirava fuori e la suonava. Si comportava come Bon Scott degli Ac/Dc, invece era Faina e viveva a Monterosso».