INAUGURAZIONE OGGI, 5 MAGGIO, ALLE ORE 10.30: per respirare una ventata di aria “buona”, di amore cristiano.
A Calolziocorte (LC) nasce la Comunità “Noemi” per l’accoglienza e il sostegno ai nuclei mamma-bambino in difficoltà. La comunità è gestita dall’Associazione Anfora delle Suore Orsoline di Somasca, offre ospitalità a 3 nuclei madre-bambino per un massimo di 10 posti letto, oltre alla possibilità per altre 9 donne di frequentare il laboratorio sartoriale annesso alla comunità. (Allevi)
Calolziocorte (LC) – Sarà inaugurata oggi, 5 maggio, alle ore 10.30, a Calolziocorte, in Provincia di Lecco, la comunità “Noemi”, struttura residenziale destinata a nuclei mono-genitoriali, mamme sole con bambino, in difficoltà.
La comunità è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione UMANA MENTE del Gruppo Allianz e di Enel Cuore Onlus nell’ambito di un piano di interventi denominato “Casa dolce Casa – Mamme Bimbi Futuro” che prevede la realizzazione sul territorio nazionale, di 9 comunità residenziali per nuclei mamma-bambino in difficoltà attraverso l’apporto di risorse e servizi secondo le specificità e competenze dei diversi enti d’erogazione.
In questo progetto, in aggiunta alle risorse di UMANA MENTE ed Enel Cuore Onlus, hanno dato il loro supporto anche la Fondazione Cariplo, attraverso la Fondazione della Provincia di Lecco Onlus, e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
La comunità “Noemi” sarà gestita dall’Associazione Anfora di Calolziocorte, gestita dalle Suore Orsoline di Somasca, in collaborazione con i Padri Somaschi. Le Suore Orsoline, proprietarie dell’immobile, hanno esperienza pluriennale sul territorio lecchese nell’ambito dell’accoglienza di minori, della salute mentale e di altre emergenze sociali.
La comunità “Noemi” può accogliere fino a 3 nuclei familiari per un totale di 10 posti letto e mira all’accoglienza temporanea e al supporto, in accordo con i servizi territoriali invianti, di minori in particolare condizione di disagio sociale e fragilità, e delle loro mamme. Un intervento che porta all’avvio di un processo di ricostruzione dell’identità personale e sociale, verso situazioni di autonomia. I nuclei, una volta accolti, avranno cura dello spazio abitativo e del/i bambino/i che accompagna/no la madre.Inoltre alle mamme, durante il periodo di permanenza, viene offerta la possibilità di sperimentarsi in ambito lavorativo frequentando il laboratorio sartoriale adiacente la comunità, imparando così un mestiere.
Al laboratorio di sartoria potranno accedere anche altre 9 donne segnalate dai servizi sociali, o che sono al termine del percorso presso l’altra comunità gestita sempre dall’Associazione Anfora, o che necessitano di un punto di riferimento stabile nell’arco della giornata. Le donne totali inserite nel laboratorio saranno così 12.
I servizi offerti dal laboratorio sono in funzione della richiesta/offerta di collaborazione con altri Enti, Aziende, Realtà Educative esistenti nel territorio.
Il laboratorio consente di occuparsi dei propri figli durante l’attività e di ottenere un’entrata economica, sebbene simbolica, volta alla possibilità di far fronte ad alcune piccole spese personali o per i figli. Inoltre la frequentazione del laboratorio e le relazioni esterne permetteranno alle mamme , di acquisire maggior autonomia e fiducia in sé stesse.
La comunità di Calolziocorte è il primo intervento in Lombardia nell’ambito del progetto nazionale “Casa Dolce Casa”, che prevede la realizzazione di 9 interventi sul territorio nazionale. Sei sono già stati realizzati: un centro diurno per 42 nuclei familiari promosso dai sette enti della Rete Madre-Bambino/a sul territorio di Genova; la comunità residenziale di Pachino (SR) gestita dall’Associazione L’Albero della Vita onlus, la comunità di Castel Bolognese (RA) gestita dall’Associazione S. Giuseppe S. Rita onlus, la comunità di Quartucciu (Cagliari) della Fondazione Domus de Luna onlus e la Comunità “Paolo Concer” gestita dalla Cooperativa Sociale BorgoRete di Perugia.
Nel mese di maggio sarà inaugurata anche la comunità mamma-bambino di Asti gestita dalla Cooperativa Interactive.
UNA CASA PER NUOVE OPPORTUNITA’
Le Suore Orsoline inaugurano una nuova struttura per il reinserimento sociale delle donne in situazione di fragilità
Di fronte al variegarsi e modificarsi delle tipologie di disagio sociale ed educativo, giovedì 5 maggio alle ore 10.30 presso le Suore Orsoline di Somasca in Piazza Casale a Calolziocorte, verrà inaugurata la nuova comunità “Noemi”, un progetto che nasce come risposta alla richiesta di donne in situazione di fragilità, che, dopo essere state accompagnate in un percorso strutturato in comunità-alloggio, necessitano di spazi per sperimentarsi nella ordinarietà della vita, per ri-educarsi ad organizzare la cura della casa, la crescita dei figli, il lavoro come opportunità di sostentamento fattivo e responsabile.
Attraverso il progetto “Noemi”, denominazione mutuata dalla figura femminile veterotestamentaria simbolo di intraprendenza, di accoglienza della diversità culturale, di attenzione al bisogno dell’altro, le Suore Orsoline hanno ristrutturato un’ala dell’edificio di loro proprietà per offrire abitazioni in semi-autonomia, disponibili ad accogliere tre nuclei composti da donne con i loro bambini. Il progetto si completa, poi, con una attività stabile di laboratorio ad uso-frutto delle donne accolte e aperto ad alcune altre situazioni del territorio segnalate dai servizi competenti, senza trascurare nulla per l’accompagnamento educativo dei figli.
L’intervento è stato reso possibile grazie al supporto della collaborazione CASA DOLCE CASA, collaborazione fra UMANA MENTE del Gruppo Allianz, Associazione Enel Cuore ONLUS e Fondazione Adecco Per le Pari Opportunità, grazie alla Fondazione Cariplo, attraverso la Fondazione Provincia di Lecco ONLUS e grazie alla Fondazione Banca Del Monte di Lombardia.
Nella costante e qualificata collaborazione con i Padri Somaschi, con i Servizi Sociali con personale qualificato e collaboratori laici, le Suore Orsoline si sono poste in ascolto della società contemporanea, forti dell’esempio delle loro Fondatrici, le sorelle Cittadini, la beata Caterina, di cui proprio il 5 maggio ricorre la festa liturgica, e la sorella Giuditta, che nel primo Ottocento spesero tutta la loro vita nell’istruzione ed educazione umana e cristiana della gioventù con una particolare cura educativa verso le fanciulle orfane.
Si sono così lasciate interrogare dal pluralismo sociale, da quella miriade di reti relazionali e produttive, che, pur costituendo un’importante risorsa, purtroppo non sempre ha simmetricamente prodotto una migliore qualità della vita e risposte adeguate rispetto ai problemi della marginalità sociale, della cura educativa verso chi è segnato da alcuni drammi esistenziali.
In sintonia con il loro carisma di fondazione, si sono “rigiocate” ponendosi accanto alla donna quando è ancora oggi soggetto sociale debole, perché proveniente da altri contesti socioculturali o perché, pur essendo figlia della nostra terra, è provata da maltrattamento, sfruttamento o da alcune scelte sbagliate, che l’hanno condotta gradualmente o bruscamente nel baratro della solitudine, della disarmonia e del conflitto con se stessa e con il mondo circostante, fino ad essere in estenuante fuga da ciò che è male dentro e fuori di sé.
Per queste donne, a volte anche molto giovani, spesso con figli piccoli da crescere ed educare, una casa, un lavoro, uno spazio di vita “normale” non sono più parte della storia quotidiana: necessitano, perciò, di accoglienza e di presenza, di tenerezza e di determinazione, di compagnia educativa come possibilità di riscatto sociale ed esistenziale.
Accompagnare questa fatica al “femminile” ha condotto in questi ultimi anni le Orsoline di Somasca alla realizzazione della Comunità “Anfora”, la comunità alloggio nata appunto per offrire accoglienza a donne sole o con figli a carico in situazione di fragilità, ma anche a cogliere l’ulteriore e fondamentale necessità di un accompagnamento graduale verso il pieno reinserimento sociale, per sostenere queste donne nella progressiva maturazione di responsabilità, di autonomia e di adeguata capacità lavorativa.
Ecco ora, perciò, il progetto “Noemi” perché attraverso l’esperienza della casa, del laboratorio-lavoro, dell’accompagnamento educativo dei figli sia possibile per queste donne, per queste mamme, riassaporare il gusto della normalità della vita e, soprattutto, riscoprire le risorse della propria persona, di quella femminilità, che è grembo materno per la vita che cresce.
Prezioso tesoro affidato anche alla nostra cura e responsabilità educativa.
m.s.