di Cesare Zapperi
Chi aveva dei dubbi, in una decina di giorni ha avuto la conferma. L’ordinanza firmata dal sindaco di Bergamo Franco Tentorio contro la prostituzione anche se formalmente è mirata a colpire sia le lucciole che i clienti in realtà punisce solo le prime. Ad oggi, stando a quanto comunicato dalla stessa Polizia Locale, sono state elevate cinque contravvenzioni. In tutti i casi a carico di prostitute. Nessuno stupore, sia chiaro, perché è la logica conseguenza di un provvedimento che mira più alla propaganda che alla lotta vera e propria contro quella che qualcuno definisce una piaga sociale. Nella migliore delle ipotesi, come hanno implicitamente ammesso il primo cittadino e l’assessore alla Sicurezza Cristian Invernizzi in sede di presentazione dell’ordinanza, si tratta di scaricare su altri Comuni un problema che Bergamo ha in parte ricevuto in dote grazie agli interventi delle Amministrazioni dell’hinterland (come Lallio). E’ il gioco dello scarica-lucciole, per intenderci.
Colpire l’anello debole del sistema di sfruttamento della prostituzione non ha senso alcuno. Molte delle ragazze che vediamo ai bordi delle strade sono già vittime. Aggiungervi una multa da 500 euro può far gonfiare il petto e le statistiche di fine anno, ma non sfiora nemmeno lontanamente il problema.
Più serio sarebbe colpire i clienti, senza i quali, è banale osservarlo, l’offerta di sesso a pagamento cadrebbe nel vuoto. Più serio ancora sarebbe attivarsi, con le altre forze di polizia, per cercare di mettere in campo interventi coordinati in grado di combattere chi sta nell’ombra. I protettori, il racket, le vere e proprie bestie che lucrano sulla povertà e il vizio altrui.
Ma per ottenere questo risultato non basta far la faccia feroce con un pezzo di carta. Ci vuole un grande impegno, risorse da investire, capacità di andare al di là del contingente. Con le prostitute sta avvenendo un po’ quello che è successo nei dintorni degli Ospedali Riuniti con i cosiddetti parcheggiatori abusivi. Si è dato ad intendere che sarebbero spariti solo perché sono stati ingaggiati dei parcheggiatori autorizzati. Infatti, basta spostarsi di poche decine di metri e girare intorno alle piscine Italcementi per imbattersi in gruppi di immigrati che accolgono automobilisti in cerca di un parcheggio. Come prima, più di prima. Si sono solo leggermente allontanati. Lo stesso che avverrà con le lucciole. Forse, ma solo forse, non le vedremo più per qualche settimana in via Grumello o nella zona della stazione. Le troveremo lungo qualche altra arteria, pronte a riposizionarsi non appena sarà calato il battage propagandistico.
Con buona pace di chi si sforza di credere che chi ci governa non vende fumo ma bada a risolvere i problemi. Una pia illusione.