BERGAMO – Quanti sanno oggi a Bergamo che nella primavera – estate del 1944, nella fase più cruenta della guerra, autorità militari e politiche (Alleati, tedeschi, Ss, Repubblichini), e religiose (dall’arcivescovo Ildefonso Schuster alla Santa Sede di Papa Pio XII), e un milione e 450 mila pellegrini (numero enorme per quegli anni, superiore persino al numero di pellegrini che raggiunse Fatima nel 1917), erano tutti in trepida attesa per la profezia (la fine della guerra a metà luglio, se gli uomini avessero pregato), riferita dalla veggente bambina Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate? E ancora: quanti sanno della piccola veggente italiana che Hitler, adirato per le voci intorno alle apparizioni di Ghiaie di Bonate, voleva deportare in Germania per farne oggetto di studio in campo esoterico da parte dei servizi speciali delle Ss dediti alle pratiche occulte? Romanzo di fantastoria? No, tutto terribilmente vero. (G.P.)
Fonogrammi di agenti segreti, trasmissioni della radio della Rsi e di Radio Londra, carteggi privati, memorie di storici e di preti locali: tutto finito in un “buco nero”. Dimenticato dagli storici di professione, nazionali e, quel che è peggio, locali. Ora, un film per la tv prodotto dall’associazione “Regina della Famiglia”, firmato dal regista bergamasco Angelo Mazzola, e una ricerca storica condotta dallo studioso Alberto Lombardoni, autore per la Mondadori Education e curatore del sito www.madonnadelleghiaie.it, già ospite di trasmissioni tv Rai e Mediaset (ma la stampa orobica ignora…), stanno tentando di riportare alla ribalta questa storica misconosciuta, forse volutamente“insabbiata” .
Iniziamo dal film “Nel segno di maggio” (maggio il mese delle 13 apparizioni di Ghiaie di Bonate), incentrato sulla figura del prete bresciano Vittorio Bonomelli, paracadutista, cappellano militare, agente segreto della “Special Force 1” britannica che, tra luglio e agosto 1944, scongiurò, grazie a fitti rapporti con i comandi alleati, un pesante bombardamento su Bergamo che avrebbe fatto strage tra le folle di pellegrini che da ogni parte d’Italia si recavano alle Ghiaie.
“E’ un film (già presentato in anteprima a Bergamo in uno sconcertante silenzio dei massmedia locali) “per non dimenticare chi ha combattuto per la Libertà e la democrazia, salvando la vita a decine di migliaia di persone – ricordano il regista Mazzola e Mario Zappa, presidente dell’associazione.
Don Vittorio Bonomelli, bresciano, è cappellano militare, paracadutista, radiotelegrafista, partigiano, nonché angente segreto dell’Intelligence service inglese, nome in codice “Platone” e “Gioppino”.
Condannato a morte dal Tribunale militare alleato di Bari per alto tradimento per aver lanciato, nel luglio del 1944, da un aereo alleato volantini su Brescia che preannunciavano un imminente bombardamento alleato sulla città, Bonomelli si vede commutare la pena capitale in cambio di un’operazione ad alto rischio: distruggere una fortezza volante inglese catturata dai Tedeschi e custodita all’aeroporto di Ghedi (Bs). Missione portata a compimento.
In fuga verso Bergamo, si unisce, a Romano di Lombardia, a un gruppo di pellegrini, diretti a Ghiaie
dove, due mesi prima, nel maggio 1944, una veggente aveva avuto le visioni della Santa Famiglia. Rimasto impressionato dalla moltitudine di fedeli, dopo svariate peripezie, Bonomelli, con l’aiuto del capitano Cooper, riesce a dissuadere il comando alleato, risparmiando così Bergamo, obiettivo strategico anche per la frequente presenza di Kesserling, da un’immane tragedia.
Tanto che lo stesso don Vittorio, anni dopo, definirà la Madonna di Ghiaie come la “prima partigiana d’Italia“: “Quelle apparizioni – scrisse – contribuirono a deprimere il morale delle truppe repubblichine e tedesche, tanto che lo stesso Hitler, ne abbiamo prova, si interessò ai fatti di Ghiaie“.
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COMMENTO:
Sono passati 66 anni dai fatti del 1944. Quanto avvenne a Bergamo in quei mesi concitati si colloca senza alcun dubbio, tra gli avvenimenti più importanti della storia bergamasca del Novecento. Eppure di questo prete eroe, di quelle centinaia di migliaia di pellegrini che si dirigevano a Ghiaie di Bonate, non v’è alcuna traccia nella memoria storica collettiva (a parte le generazioni che hanno superato i 75 anni..).
Tutto finito in un buco nero. Istituzioni pubbliche, private, fondazioni storiche, musei, professionisti della Storia e della Cultura, seppur prodighi di eventi e iniziative su episodi storici spesso di scarsa rilevanza, hanno ignorato e ignorano i “fatti del ‘44”: perché?
BERGAMO – Quanti sanno oggi a Bergamo che nella primavera – estate del 1944, nella fase più cruenta della guerra, autorità militari e politiche (Alleati, tedeschi, Ss, Repubblichini), e religiose (dall’arcivescovo Ildefonso Schuster alla Santa Sede di Papa Pio XII), e un milione e 450 mila pellegrini (numero enorme per quegli anni, superiore persino al numero di pellegrini che raggiunse Fatima nel 1917), erano tutti in trepida attesa per la profezia (la fine della guerra a metà luglio, se gli uomini avessero pregato), riferita dalla veggente bambina Adelaide Roncalli a Ghiaie di Bonate? E ancora: quanti sanno della piccola veggente italiana che Hitler, adirato per le voci intorno alle apparizioni di Ghiaie di Bonate, voleva deportare in Germania per farne oggetto di studio in campo esoterico da parte dei servizi speciali delle Ss dediti alle pratiche occulte? Romanzo di fantastoria? No, tutto terribilmente vero. (G.P.)