L’analisi dei dati statistici della Camera di Commercio di Bergamo ha continuato ad evidenziare per il 2010 la tendenza in atto da parte del sistema economico produttivo a preferire la forma delle società di capitale a quelle di persona.
A fine novembre 2010, infatti, di fronte ad un saldo più che positivo per le società di capitali ed una sostanziale stabilità delle ditte individuali, è prevalso un saldo negativo delle forme societarie personali, decisamente più esposte alla congiuntura sfavorevole. (a cura di Federico Rossi )
Anche la dinamica generale del rapporto nuove iscrizioni/cessazioni è apparsa ancora in espansione, nonostante il rallentamento sullo stesso periodo del 2009. Questo scenario, sebbene con il beneficio di inventario dei mesi di dicembre scorso e del corrente mese dei gennaio, sembra avvalorare un bilancio positivo di sostanziale tenuta del sistema imprenditoriale bergamasco alle prese anch’esso da oltre due anni con la grande recessione internazionale.
Più in dettaglio, lo spaccato del trend settoriale, mette in luce la trasformazione in atto della tipologia delle attività economiche, guidata anche dal forte sviluppo di Orio al Serio, che vede in netta contrazione le aree di business legate ai trasporti terrestri (-1,7%), alla manifattura (-1,4%) e alle costruzioni (-0,6%), stabile l’agricoltura, ed in espansione, le utilities, i servizi con esclusione dei trasporti, il commercio (+1,1%), la ristorazione ed alloggio (+2,4%), le attività immobiliari e finanziarie (+1,3% e +2,4%) e gli altri servizi legati alla persona ed al wellness (+2,2%).
Guidano questa silenziosa redistribuzione delle attività del territorio le iniziative artistiche, sportive, di intrattenimento, l’istruzione e la formazione, le attività professionali tecniche e scientifiche oltre a quelle di supporto alle imprese.
Volendo anche in questo caso estremamente sintetizzare possiamo osservare che, nonostante tutto, anche a Bergamo la crisi c’è, ha colpito ed ha imposto una svolta nel senso dell’investimento nel sapere e nella conoscenza oltre che nel creare negli imprenditori, ossatura della provincia, il bisogno di evitare la solitudine, e nel dare l’opportunità di un maggiore tempo libero per tutti da impegnare anche nel ricercare alternativamente il proprio bisogno di benessere…magari anche “bruciando” risorse accumulate in tempi migliori del passato.