Già sul finire del XVI° secolo un acuto mercante genovese aveva identificato e stigmatizzato le principali doti che ogni buon commerciante dovrebbe assolutamente avere, ovvero una discreta padronanza della scrittura, dell’aritmetica e della “lingua ufficiale dei Giudici”. (a cura di Federico Rossi)
Giovanni Domenico Peri ( 1590-1666) nel suo libro “Il Negotiante” r iporta con dovizia la cura che ciascuna persona che desideri intraprendere l’arte del commercio dovrebbe riporre nell’approfondire la propria cultura, soprattutto perché da sempre “tre sono le arti più comuni da cui proviene la gloria di un uomo” e queste sono l’arte militare, l’arte letteraria e l’arte del commercio.
Anzi a voler ben guardare l’arte del commercio è superiore alle altre due in quanto senza denaro non si scrive e non ci si difende.
Sebbene con le dovute riflessioni sulla diversità del contesto temporale nostro con quello del Peri, per essere un commerciante stimato e di successo non basta la “scaltrezza”, qualità sicuramente importante, ma a completamento sono necessarie una profonda cultura generale, umanistica e scientifica allo stesso tempo, e una particolare capacità di sopportazione della fatica.
Il libero mercato è, come ci viene insegnato sui banchi di scuola, il sistema di riferimento perfetto, dove la legge della domanda e dell’offerta la fanno da padroni: in quell’arena non protetta si giocano veramente tutte le qualità peculiari del saper essere buoni commercianti. Molte delle nostre prime generazioni di uomini d’affari si sono selezionate li’ proprio attivando le loro innate capacità…ora la sfida è quella di trametterle alle generazioni seguenti.
Viene da sorridere quando si legge del barbiere cinese di Belluno che, accontentandosi di lavorare di più e di guadagnare di meno, ha fatto il pieno di clienti rilanciando quella voglia di consumo che l’esorbitanza del precedente costo aveva appannato. Ne’ si puo’ invocare che lo Stato corra ai ripari per “fermare” quella voce fuori dal coro. Se ci pensiamo bene il neo concorrente “barbiere” non ha fatto altro che applicare almeno una delle tre regole del Peri ovvero il lavorare sodo.
Infine dice ancora il Peri, va bene tutto ma è importante anche avere un buon carattere, ne troppo accondiscendente ne troppo autoritario!
Mica semplice no?!…