FESTA APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Vangelo di Matteo, 16, 13-24
Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Commento
Difficile negare la preminenza di Simon Pietro nel gruppo dei 12 Apostoli. Il Nuovo Testamento lo pone alla testa del gruppo; è il primo chiamato e negli elenchi degli apostoli, il primo a confessare la messianicità di Gesù, il primo testimone del Cristoi Risorto come ricorda Paolo nella I Corinzi 15, 5; il primo a iniziare la predicazione dopo la Pentecoste. Il soprannome di Pietro, in ebraico Cefa, cioè “roccia”, gli è stato affibbiato da Gesù per indicare la sua funzione di basamento solido, sul quale fondare la Chiesa. Possiamo chiederci in che senso Pietro è diventato Roccia.
1. Il titolo di Cefa è messo in relazione con la professione di Pietro nella messianicità di Gesù, principio sul quale si fonda la Chiesa. Il brano odierno si pone ad un punto di svolta della vita di Gesù. Dopo la prima fase del suo ministero, Gesù chiede agli apostoli l’opinione loro e della folla. Questa lo identifica con i più grandi profeti passati e recenti, ma non come il messia promesso. Pietro invece lo riconosce apertamente come MESSIA; una chiara professione di fede, ma con due punti da chiarire. Il primo riguarda i contenuti dell’azione messianica: cosa avrebbe fatto Gesù come messia? come Figlio di Davide avrebbe ristabilito il Regno davidico, quindi politico, a Gerusalemme? In secondo luogo occorreva chiarire il suo rapporto con Dio. Pietro lo dichiara “Figlio del Dio vivente”, ma solo in senso morale. Del resto la Bibbia aveva chiamato Davide e i suoi successori “figli di Dio”, ma in senso morale.
2. A Cesarea di Filippo la professione di Pietro è ancora molto carente. Egli rifiuta di credere a Gesù che annuncia un messianismo di sofferenze e di condanna: un’assurdità secondo Pietro. Questa eventualità avrebbe dimostrato che non era l’inviato di Dio. Ma Gesù lo riprende aspramente, chiamandolo Satana, cioè tentatore. Nonostante il rimprovero, la speranza in un regno politico accompagna Pietro e gli altri apostoli fino all’arresto ed al processo di Gesù. Dopo la condanna a morte, Gesù viene abbandonato dagli apostoli, che, delusi e sconcertati, lo abbandonano.
3. Il momento decisivo è costituito dalle visioni del Risorto, in cui Gesù, nella pienezza della Gloria di Dio, appare come il suo Figlio divino, preesistente alla sua nascita nel mondo. L’ammissione della divinità in un essere apparso come uomo, per un Ebreo risultava impossibile senza una prova convincente, come la sua Resurrezione. Ora Pietro viene ricordato come il primo degli apostoli a vedere il Risorto, secondo la promessa che Gesù stesso gli aveva fatto nell’ultima cena: “Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” [Luca 22,32]. Pietro riceve l’incarico di riunire i Dodici Apostoli smarriti e dispersi. Quando i due discepoli di Emmaus ritornano a Gerusalemme per riferire loro di aver visto il Risorto, si sentono rispondere che essi ne sono già a conoscenza, per l’apparizione a Pietro [Luca, 24,34].
4. Altro episodio significativo è l’apparizione del Risorto sul lago di Genezaret, quando Gesù, dopo l’abbondante pesca, richiede a Pietro una triplice espressione di fede e di amore. Essa è seguita dal conferimento del suo ministero pastorale fino alla morte, coronata dal martirio a Roma avvenuto nel 64 d. C., sotto Nerone. Forte di questa fede e di questo mandato Pietro ha iniziato pubblicamente la predicazione del Vangelo dopo la Pentecoste. Era il punto di riferimento per tutta la comunità cristiana, a cominciare da Paolo. Questi, chiamato direttamente da Cristo sulla via di Damasco, dopo tre anni di ministero in Siria, andò a Gerusalemme a consultare Cefa, cioè Pietro, rimanendo presso di lui 15 giorni [lettera ai Galati 1,18]. Sempre Paolo chiama Pietro “colonna della Chiesa”, in occasione del concilio apostolico di Gerusalemme del 49. d.C.[ Galati, 2,9].
Davvero Pietro ha portato a termine il compito assegnatogli di confermare i fratelli nella fede in Gesù come Messia, Figlio del Dio vivente. Nella sua fede si riconosce tutta la Chiesa, fede che comporta il potere delle chiavi, perchè la sua adesione è la condizione imprescindibile dell’ingresso e della permanenza nella Chiesa.