Quanto conta la sessualità nelle diverse fasi di una donna? come cambia nel tempo l’atteggiamento verso il sesso? È corretto supporre che una ventenne abbia un’attività molto intensa, mentre quella di una donna oltre 50 sia più sporadica, meno passionale? O, in realtà può accadere esattamente il contrario?
Ogni storia, penso sia personale, è una storia a sé, che sente dell’età della cultura, della situazione specifica della persona e come sempre generalizzare può essere pericoloso ma è evidente che la vita sessuale di una trentenne sposata sia diversa da quella di una donna della stessa età non sposata. Anche il fatto di avere o non avere figli segna una grande differenza. Inoltre, una ventenne di oggi è diversa da una ventenne degli anni settanta, soprattutto per le donne poi, il sesso non è un universo a sé, ma intimamente connesso alla sfera degli affetti e dei sentimenti.
Da ciò che si sente ho dedotto anche che le più giovani sono molto sensibili proprio al legame “sesso – sentimento”. Generalmente così: a 20 anni la sessualità è inseparabile dall’affetto, dalla fiducia e dalla tenerezza; la figura della giovane insaziabilmente promiscua, fredda consumatrice di rapporti è una fantasia della pubblicità o dell’immaginario maschile. Dopo il femminismo, il diritto a una vita sessuale libera e disinibita è un dato acquisito per le donne, ma soprattutto per le ventenni è anche vero che la sessualità non occupa una posizione preminente: il perno delle relazioni si è spostato sul lavoro; la giovane donna affronta una costellazione di difficoltà emergenti: l’autonomia della famiglia, il costituirsi di un’identità sociale fatta di scelte di lavoro e di carriera, lavori un tempo esclusivamente maschili.
Oggi sbagliare facoltà universitaria può creare difficoltà per tutta la vita, mentre sbagliare partner appare sempre rimediabile; si direbbe che sia più facile dedicare attenzione al sesso, al piacere della relazione sessuale Dopo una certa età, avendo superato una serie di problemi esistenziali: il piacere per il piacere insomma, sarebbe una conquista della maturità. Ma le donne che riescono a concentrarsi esclusivamente sulla ricerca del piacere hanno alle spalle esperienze sentimentali spesso deludenti. Sono donne che hanno affrontato molte difficoltà, che hanno dovuto scendere a patti con i loro bisogni e desideri, magari rinunciando ad una relazione stabile e pienamente soddisfacente.
C’è anche da dire che il maschio italiano non è l’amante eccezionale vagheggiato dalle donne in mezzo mondo: spesso manca di fantasia, di slancio, di generosità. Quando si trova di fronte a uomini terrorizzati dal coinvolgimento affettivo, che scappano a gambe levate alla prima avvisaglia di responsabilità, una donna emancipata, con un buon lavoro, soddisfatta di sé, non può che ripiegare sulle cosiddette “scelte oggettualizzanti”: prendo questo perché mi basta. E allora, il piacere senza troppo coinvolgimento può anche dare nuove soddisfazioni. Ma non resta in agguato la sensazione di una rinuncia forzata? di un ripiego appunto?
Ci sono relazioni che mobilitano sentimenti profondi e durevoli, relazioni più superficiali. Ma i piccoli piaceri hanno dignità di esistenza come le grandi passioni. L’importante è non fare confusione, Non chiedere l’impossibile alla persona sbagliata. Per quanto riguarda la sessualità in senso stretto, la capacità di piacere fisico, è noto che, mentre l’uomo raggiunge l’apice della potenza intorno ai vent’anni, per la donna il top biologico è dopo i 30.
Schematizzazioni a parte, direi che la donna impara a godere a poco a poco, conoscendosi meglio, sapendo ascoltare il suo corpo e i suoi desideri. Per molte ragazze che si lamentano di non provare piacere come vorrebbero o come immagino che si dovrebbe, il problema in realtà è semplicemente la mancanza di rodaggio, basta non aver fretta… e non avendo fretta, lo stesso avanzare dell’età, se si riesce liberarsi dalla paura dell’invecchiamento e della perdita di avvenenza fisica, può aprire a nuove prospettive. Dal menarca alla menopausa la donna attraversa tutta una gamma di cambiamenti sessuali ed esistenziali che costituiscono la ricchezza specifica della sessualità femminile Che non è fatta di più è di meno, ma di modi diversi di esprimersi.
Sara Carrara