DOMENICA XVII ORDINARIO A
Dal Vangelo secondo Matteo, 13,44-56.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Commento
La società moderna non crede ad un unico bene, anzi ritiene che questa domanda sia una sciocchezza. Perciò essa moltiplica i desideri di ognuno e riesce a far credere di essere in grado di soddisfarli tutti o quasi ed in tal modo di regalare felicità. Non vi è un’unica perla che supera tutte le altre e da sola accontenta, bisogna invece procurarsi molte perle. Il risultato è la moltiplicazione dei desideri, che però generano insoddisfazione. La soddisfazione è solo momentanea, perchè i beni perseguiti finiscono presto e sono contraddittori.
Ora Gesù afferma che l’esperienza del Regno di Dio è la sola perla preziosa e costituisce il tesoro in grado di provocare la rinuncia a qualsiasi altra cosa per essere goduto pienamente. Questo Regno non è un improbabile “Paese delle meraviglie”, ma è l’incontro e la relazione con la persona di Gesù. Egli è l’Unico, la cui pienezza e perfezione soddisfa ogni esigenza del nostro cuore. La sua perfezione consiste nella sua Sapienza divina, ma soprattutto nella sua totale dedizione per l’intera umanità. La scoperta e la fede in Gesù coincide con l’esperienza di essere immeritatamente oggetto di un amore totale ed esclusivo, di essere amati per sempre e totalmente. Per questo l’approccio al Vangelo è gioia immensa e profonda, che non cessa di stupirci e di rinnovarsi, ogni qualvolta che richiamiamo la vita e le opere di Gesù. Papa Francesco fin dall’inizio del suo Pontificato ha ribadito l’esperienza dell’incontro con Gesù, fondamento delle fede, come sorgente di gioia incontenibile, come esperienza dell’essere amati da Dio e di essere in relazione intima con Lui, come suoi figli e fratelli di Gesù. Questa esperienza viva si rinnova ogni giorno: “Invito ogni cristiano a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù. o almeno a lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta… Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e di ricominciare con una tenerezza che mai ci delude… Solo grazie a questo incontro con Gesù, che si tramuta in felice amicizia siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità. Giungiamo ad essere pienamente umani, quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi, perchè raggiungiamo il nostro essere più vero” (Evangelii gaudium, 3-8). Come dicono i grandi mistici, l’esperienza del suo amore è trasformante: Dio ci comunica la sua passione perchè la riversiamo sui nostri fratelli, sottraendoci ai nostri capricci e parzialità o malvagità. La meta è altissima e degna della grandezza umana: vivere in Cristo, per Cristo e come Cristo e gettarsi nelle sue braccia, come si fa con la persona amata.
A questo si oppone il rapporto occasionale, originato da un fede imperfetta, che consiste nel ricorrere Lui nel momento di bisogno e di lamentarci se non veniamo esauditi. Il ricorrere a Dio nelle difficoltà non è proibito; tuttavia è diverso l’atteggiamento di uno che vive in costante rapporto di amore con una persona, della cui fedeltà non dubita, e colui che lo fa solo nei momenti di bisogno, come avviene a livello familiare e di amicizia. Con Dio spesso noi facciamo così perchè ci manca una profonda esperienza di amore con Lui. Anche nelle avversità, essa rimane come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza di essere infinitamente amati, al di là di tutto e sa attendere pazientemente.