Scoprire di essere stati traditi fa male, umilia, fa sentire improvvisamente inutili. Eppure il tradimento non è la fine di tutto. A volte, addirittura, può rappresentare un giro di boa se l’amore è logorato dalla routine quotidiana. Un esempio: Elisa (nome inventato), fa la segretaria di banca, ha superato la cinquantina, si sente vecchia ma soprattutto trascurata da un marito sempre impegnato per lavoro; all’improvviso però, una ventata di entusiasmo: un collega incomincia a farle la corte in modo discreto e gentile. Elisa si sente rinascere: e ancora una donna in grado di piacere ad un uomo.
La storia dura qualche mese poi finisce. Anche perché lei ama ancora suo marito. Segue la confessione del tradimento: la donna però cerca di far capire cosa l’avesse spinta fra le braccia di un altro. Suo marito, superato lo sbalordimento prima, la rabbia e il dolore poi, riesce a capire che in fondo era stato lui il responsabile di quanto avvenuto: aveva sempre dato troppa importanza alla carriera senza occuparsi della moglie e della famiglia. Solo dopo il tradimento, il marito di Elisa, da tempo latitante, si è accorto di avere a fianco una donna ancora piacente, in grado di suscitare l’interesse di altri uomini.
La moglie stessa, passata l’euforia dell’innamoramento, ha scelto di salvare il suo matrimonio. Esiste quindi un tradimento cosiddetto “buono”. Molto spesso è una testimonianza d’amore. Ti tradisco per mettere alla prova i tuoi sentimenti, per verificare se conto. Addirittura si arriva, per ottenere lo stesso risultato, a simulare falsi tradimenti, ci si manda allora lettere anonime, mazzi di fiori, si fanno fare telefonate mute dalle amiche nelle ore più insolite… si provoca la gelosia del partner. I risultati poi sono gli stessi dei veri tradimenti.
L’infedeltà insomma, ha perso in parte la sua valenza negativa. Infatti, dagli ultimi sondaggi su un campione di 1800 persone, solo un terzo considera il tradimento un fattore capace di provocare la rottura di un’unione. Per due terzi è un evento tollerabile. Anche gli studi legali ribadiscono la nuova tendenza: un tempo la richiesta di separazione era motivata, per la maggior parte dei casi dall’ adulterio. Le domande attuabili sono invece in prevalenza giustificate da altri problemi. Il più ricorrente? L’uomo fa fatica a capire la sua compagna; questo non significa che le coppie non si tradiscano, semplicemente il valore della fedeltà è stato ridimensionato, il tradimento stesso viene inteso come sempre di più con l’occasione per rivedere il rapporto.
La fondamentale preoccupazione delle coppie sposate, non riguarda più la durata dell’unione, quanto la sua qualità. Quindi se hanno scelto l’unione che salvaguardi le reciproche autonomie, anche la sessualità può entrare a far parte di questi spazi personali. Questi tradimenti io li chiamo “trasgressioni senza”: perché rientrano nella zona di indipendenza che uno ritiene di possedere. In contrapposizione ci sono le “trasgressioni contro”: le peggiori sono quei tradimenti fatti solo per vendetta, per scatenare la rabbia accumulata, per restituire un adulterio già subito, fatti con il chiaro intento di ferire o di umiliare il compagno. Ciò non solo non giovano alla coppia ma aprono ferite così profonde che, di solito i due arrivano ad una rottura irreversibile.
Sara Carrara