DOMENICA II ORDINARIO ANNO A
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Commento
L’evangelista Giovanni presenta la figura di Giovanni Battista come l’esempio del testimone autorevole che annuncia la fede in Gesù, Figlio di Dio. Già Prologo, che apre il Vangelo di Giovanni, (1,15) afferma che il Battista: “Rende testimonianza a Gesù”, il quale lo ha preceduto fin da sempre, prima della creazione. Egli è il Verbo divino, la Parola originaria: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il verbo era Dio” (Giovanni, 1,1). L’evangelista non insiste sulla predicazione del Battista imperniata sulla penitenza per l’imminenza del giudizio di Dio, come fanno gli altri evangelisti; concentra la sua attenzione sulla testimonianza.
Essa viene ribadita una prima volta nell’interrogatorio da parte delle autorità religiose di Gerusalemme: Giovanni ripete che non è il Messia, ma semplicemente la voce di uno gli prepara la strada nel deserto e “al quale non è degno di sciogliere i sandali”(Giovanni, 1,19-26).
Il giorno dopo, vede venire Gesù e lo proclama “Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. Lo annuncia come il Salvatore che distrugge il peccato. L’Agnello richiamava il sacrificio offerto dagli Ebrei in Egitto, il cui sangue li aveva salvati dalla strage dei primogeniti; delle sue carni si erano cibati prima di partire nella notte dall’Egitto. Questo era stato l’agnello della prima Pasqua, ricordata annualmente dagli Ebrei. Gesù è l’Agnello della nuova Pasqua, il cui sangue ci libera dal peccato e che nell’Eucarestia diventa il cibo dei redenti. I quattro evangelisti sottolineano tutti questi aspetti. In particolare Giovanni annota che Gesù muore alle tre del pomeriggio del venerdì, prima del sabato in cui gli Ebrei celebravano la Pasqua, annotando che proprio in quell’ora nel empio di Gerusalemme si sacrificavano gli agnelli che dovevano servire per la cena pasquale ( Giovanni, 19,14). Questa definizione di agnello pasquale viene corroborata dalla visione avuta dal Battista durante il battesimo di Gesù: Ha visto scendere su di Lui lo Spirito Santo per cui è in grado di donarlo a chi viene da Lui battezzato. La pienezza dello Spirito attesta che Egli è il Figlio di Dio. Questa è la testimonianza completa resa da Giovanni Battista, sintesi di quella fede salvifica a cui tutti gli uomini sono chiamati. Pertanto il Battista è una figura esemplare della testimonianza. perchè è tutto volto all’annuncio del suo Signore. Il giorno seguente lo indica a due dei suoi discepoli, Andrea e Giovanni evangelista, i quali decidono di seguire Gesù, proclamato dal Battista come l’Agnello di Dio. Andrea a sua volta lo annuncerà al fratello Pietro, affermando di aver trovato il Messia. Inizia così la catena dei discepoli di Gesù. La forza della testimonianza del Battista dipende dalla profondità della fede del Battista, modello perfetto di testimonianza.
Vi è la perenne tentazione di credere e di agire per se stessi. Questo riguarda noi sacerdoti, che corriamo il pericolo di servirci di Gesù per affermare noi stessi ed ottenere riconoscimenti. Non sono certo un male, ma spesso diventano una tentazione deleteria: si agisce per se stessi, strumentalizzando Gesù. La massima preoccupazione è quella di rendere testimonianza a Gesù e al suo Amore infinito attraverso le nostre parole ed opere. Questo riguarda anche tutti i fedeli, che si devono chiedere se sono maggiormente preoccupati della loro onorabilità o di dare gloria a Gesù. Come il Battista mi sono preoccupato di essere innanzitutto testimone di Gesù? la mia vita di famiglia, la professione parla di Gesù agli altri? In che cosa sono incoerente? L’urgenza della testimonianza acquista maggiore coerenza dalla profondità di fede e di conoscenza di Gesù, come avvenne in Giovanni Battista.