BATTESIMO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo, 3, 13-17.
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia».
Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»
Commento.
L’evangelista Matteo presenta il dialogo tra Giovanni e Gesù per indicare una divergenza tra i due: il Battista non vuole battezzare Gesù, perchè non è peccatore, come le folle numerose, intenzionate a compiere un gesto di penitenza. Gesù invece lo reclama, perchè si adempia “OGNI GIUSTIZIA”. Questo termine nella Bibbia ha un significato molto ampio: indica la volontà di Dio di adempiere quella salvezza che ha promesso nei tempi passati ad Abramo e rinnovata successivamente dai profeti; dall’altro essa indica la disponibilità dell’uomo a compiere il piano di Dio.
Ora il battesimo di Gesù sta ad indicare che il tempo dI attuare questa GIUSTIZIA è giunto, perchè “i cieli si aprono”. Gesù è disposto ad assumersi il compito di realizzare la salvezza secondo le modalità scelte dal Padre.
– L’immersione nelle acque, che ricoprivano il battezzato, aveva il significato di un ingresso nell’ambiente umano, caratterizzato dalla morte (le acque profonde ne sono il simbolo) e dal male fino ad annegare in esse. Gesù condivideva la scelta dell’abbassamento e della morte, la via dell’amore che si fa umile e generosa condivisione. Dopo il battesimo.
– Gesù riemerge ed esce dalle acque, simbolo dell’Esodo del popolo ebraico, che esce dalle acque ed approda all’asciutto, la Pasqua ebraica, che richiama a sua volta la Pasqua di Gesù, la sua uscita dal sepolcro e la vittoria sulla morte. Tutto questo significa la GIUSTIZIA DI DIO.
– Su Gesù si pone la colomba, che designa lo Spirito Santo, dal quale Gesù viene consacrato perchè sia abilitato ad agire secondo la volontà (= la Giustizia) del Padre. Lo Spirito Santo fa di Gesù il “Messia”, parola che significa il “consacrato”, ripieno di quella grazia che lo aiuta ad essere il servo fedele e il Figlio del Padre. Questo spiega la voce del Padre, che dal cielo riconosce esplicitamente in Gesù il suo Figlio amato e prediletto, diventato uomo per la nostra salvezza.
Questo testo è l’espressione della fede cristiana nella Trinità, nel Padre, Figlio e Spirito Santo, tutti e tre associati con i rispettivi ruoli per operare la salvezza umana, cioè la GIUSTIZIA DI DIO.
Questa scena battesimale richiama quella di Cristo Risorto, che, alla fine del Vangelo di Matteo, dichiara di aver ricevuto dal Padre “ogni potere in cielo e in terra”. In forza di questa suprema autorità, Egli invia gli apostoli a battezzare nel nome della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo per creare suoi discepoli. Attraverso l’immersione trinitaria, l’uomo impara a praticare la GIUSTIZIA DI DIO, cioè il modello di vita di Gesù, ispirato ed aiutato dallo Spirito Santo, perchè abbia a diventare anche lui un figlio adottivo amato dal Padre ed oggetto del suo compiacimento. Per questo gli apostoli devono accompagnare il battesimo con l’insegnamento di Gesù:
Andate e fate n miei discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho ordinato. (Matteo, 28,19-20)