DOMENICA IV DI PASQUA ANNO C
Giovanni, 10,14. 27-31
Il sono il Buon (Bel) Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me […]
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è il più grande di tutti, e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e ilo Padre siamo una cosa sola
Commento
Gesù richiama il legame particolare che Lo unisce fortemente alle sue pecore, ovvero i suoi discepoli. Esso si basa sulla conoscenza profonda che esse hanno nei suoi confronti. Ora le pecore seguono Gesù pienamente fiduciose, perchè lo conoscono come il Buon Pastore, anzi il Pastore Bello, come dice letteralmente il testo evangelico. Questa esperienza della sua Bellezza-Bontà è conosciuta perfettamente dalle pecore e costituisce il legame profondo con Lui.
Questa esperienza trova conferma nell’esperienza dei santi, o comunque dei cristiani che si sono impegnati nella scoperta della Bellezza dell’Amore di Gesù. Tra questi vorrei richiamare l’esperienza di un grande mistico Bergamasco il beato Tommaso da Opera (1563-16319) frate cappuccino, operante nel Trentino e nel Tirolo. Egli espone la sua esperienza mistica in scritti che sono tra i più belli della spiritualità italiana. Egli tratta della Bellezza dell’Amore di Dio, da cui l’uomo è attirato e vinto.
1. Fra Tommaso, sulla traccia della spiritualità francescana, sottolinea con forza i seguenti aspetti: l’amore di Dio verso l’uomo, caratterizzato dall’excessus, cioè dall’esagerazione come sua nota costitutiva. Questo carattere rende Dio sommamente amabile, tale da suscitare l’affetto dell’uomo, l’oggetto primario di questo amore eccedente. Questa idea di un Dio amabile è di estrema attualità per l’urgenza di offrire una valida esperienza all’uomo contemporaneo, a caccia di affetti ed emozioni. Quale emozione più grande che contemplare l’Amore divino? Tommaso da Olera elabora espressioni di grande intensità affettiva
“Il vostro amore, o Dio, era smisurato, senza termini e misura”
“ Date a me questo amore espropriato”.
Questo amore definito espropriato, perchè il Figlio di Dio si espropria della sua grandezza, lo ha condotto all’umiliazione della croce. Il rapporto di fede con Gesù si realizza di fatto in un innamoramento, che ha come primo iniziatore Dio, così innamorato dell’uomo da giungere all’annullamento di sè: è un amore intrinsecamente caratterizzato dall’esagerazione, [excessus]. Questa è la prima sorpresa e meraviglia da parte di una creatura che, nonostante le colpe, si vede circondata da tanto affetto immeritato. E’ questo l’annuncio evangelico, la Buona Notizia che Tommaso non si stanca di ripetere in mille modi, con la ricchezza di linguaggio e il rinnovarsi di espressioni appassionate che solo un innamorato sa trovare: Dio ti ama incommensurabilmente.
2. La libertà infinita di Dio, che non ha obblighi, ne conosce però uno, al quale non può sottrarsi, quello dell’amore ad ogni costo: “ E benchè io sia Dio, l’amore mio interminato mi lega e gli sono obbediente”. Dio, che si abbassa incredibilmente fino all’uomo peccatore, non compie tanto un gesto di degnazione nei nostri confronti, ma obbedisce solo al suo Amore, che è se stesso, per accedere ad un atto di bontà in cui manifesta la sua assoluta libertà. Dio non si lascia condizionare in alcun modo dalla risposta dell’ingratitudine, perchè obbedisce innanzitutto a se stesso.
“O carità, o pietà, o ineffabile Iddio, e chi potrà mai capire l’amor vostro verso quest’uomo ingrato e sconoscente?”,
3. Dio vuole donarci il suo Amore perchè abbiamo ad amare come Lui: “ Date a me questo amore espropriato, acciò io vi servi a e vi ami con l’amor vostro, il quale m’insegnerà il diretto cammino del puro filiale amore”.