CORPUS DOMINI ANNO B
Dal libro dell’Èsodo, 24,3-8
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!» […] Poi Mosè salì [sul Sinai] con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
Vangelo secondo Marco 14, 12-16. 22-26.
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Commento
L’istituzione dell’Eucarestia è preceduta dal racconto del tradimento di Giuda, che conferisce all’intero brano una prospettiva che ne accresce il significato. Giuda sta a significare non solo il tradimento e l’ingratitudine degli apostoli, ma anche l’incomprensione del popolo d’Israele e dell’umanità intera. Nonostante ciò, Gesù non desiste dal suo progetto, ma fa “preparare la stanza del piano superiore”, la stanza dell’amore offerto in piena gratuità; allora il tradimento umano, senza perdere nulla della sua tragica verità, viene come integrato nel progetto di amore divino.
L’importanza riservata ai preparativi sta a testimoniare che non si tratta di una delle tante cene, ma dell’Ultima, in cui Gesù vuol riassumere il significato di tutta la sua vita. Nel momento in cui sta per essere eliminato, egli compie un gesto che rivela il senso della sua esistenza come libera dedizione e servizio a favore degli uomini. Il fatto che tutto si compia come previsto, indica la sua libertà: il suo arresto non è stato una sorpresa, ma un consegna volontaria. In questa stanza del piano superiore, bella e spaziosa viene offerta la rivelazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo.
Il brano evangelico è collegato al brano dell’Esodo, nel quale Dio stabilisce con Mosè la sua Alleanza. Questo legame è offerto da Dio, che si impegna a proteggere il suo popolo. Ad Israele non resta che accettare questo legame impegnandosi ad osservare la Legge che il Signore gli ha dato, legge, che è lei stessa dono e salvezza per l’uomo. La stipulazione di questo patto avviene con il rito del sangue. Una metà del sangue degli animali sacrificati viene versato sull’altare, che rappresenta Dio, e l’altra metà sul popolo, per indicare che questa Alleanza lega indissolubilmente i due patners contraenti, impegnati a mantenerlo ad ogni costo, a prezzo della stessa vita, simboleggiata dal sangue. Dopo la solenne cerimonia segue un banchetto tra Dio e gli anziani del suo popolo come suggello dell’amicizia scaturita dalla stipulazione del patto.
In questa prospettiva è più facile capire l’Eucarestia, definita la “Nuova Alleanza nel mio sangue”. Si tratta sempre della medesima Alleanza di Mosè, che con Gesù ha assunto la forma definitiva. Dio Padre si è legato indissolubilmente agli uomini sostituendo al sangue simbolico degli animali il sangue del suo Figlio, mediante l’offerta della vita. Con questo atto di amore sono perdonati tutti i peccati degli uomini che si trovano riconciliati con Dio. Può quindi essere celebrato il banchetto, in cui l’uomo sede a mensa con Dio. Al tempo stesso viene offerta la nuova Legge, riassunta nel Testamento di Amore di Gesù: «Amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi».