PENTECOSTE ANNO B
Dal Vangelo secondo Giovanni, 15, 26-27; 16,12-16.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Commento
Dio Padre ci propone Gesù come colui su cui fissare lo sguardo nel cammino della nostra vita. La fede in Lui è l’unico rimedio che Dio ci offre per la liberazione definitiva dai nostri limiti umani: la fragilità propria dello stato di creatura e il male. Credere in Gesù non è un lusso, ma il mezzo per raggiungere quella pienezza di vita per la quale siamo stati creati e alla quale tutti, più o meno consapevolmente, aspiriano dal profondo del cuore. Per questo occorre una comprensione profonda della vita e dell’opera di Gesù, senza della quale la fede non può generarsi. Nell’imminenza del suo arresto, Gesù assicura i discepoli che non mancherà la sua assistenza. Egli invierà lo Spirito Santo per aiutarli a comprendere il significato di ciò che in un primo momento li ha scandalizzati e gettati nella più profonda costernazione: la morte in croce. Grazie all’esperienza della risurrezione e al dono dello Spirito Santo essi ne hanno saputo cogliere il messaggio di salvezza e lo hanno riversato nel Vangelo e negli scritti del Nuovo Testamento.
Narrando la vita di Gesù gli evangelisti sottolineano che la morte e il male, dopo un’apparente vittoria, vengono definitivamente sconfitti. Il Nuovo Testamento descrive la vittoria di Gesù su di essi sotto un triplice aspetto:
1. La sconfitta della morte come fatto biologico, che pone fine alla vita. Questo enigma induce molti a credere che la morte è la fine di tutto per cui traggono la conseguenza di godere fin che si può. L’evento di Pasqua ci presenta invece un sepolcro vuoto, privo del crocifisso, risorto a nuova vita. La Morte non è l’ultima parola.
2. In Gesù vi è la vittoria decisiva del Bene sul Male. Non dobbiamo dimenticare che Gesù è l’innocente condannato, il profeta che viene definitivamente zittito attraverso la condanna a morte. Quante volte nella storia umana si assiste alla vittoria della prepotenza sulla giustizia, alla sconfitta delle cause buone ed al trionfo degli empi! Anche su Gesù gli empi hanno trionfato, ma si è trattato di un trionfo passeggero. L’ultima parola è stata detta da Dio, che lo ha glorificato. In modo analogo Dio risistemerà ogni cosa con l’annientamento delle potenze del Male ed il sicuro trionfo del Bene e della Giustizia.
3. In Gesù si afferma la vittoria totale dell’Amore sull’odio. Egli è morto perdonando, pur essendo tormentato da indicibili sofferenze. Ciò che si fa per amore rimane eterno; l’amore non può morire, non è destinato al sepolcro e, nel migliore dei casi, al solo ricordo degli uomini. L’Amore è eterno, perchè coincide con Dio, è componente della sua Perfezione Assoluta. L’uomo che ama dunque è in comunione con Dio e partecipa della sua Vita; così è stato anche per Gesù. Il suo Amore non è mai venuto meno, perciò è sempre stato unito al Padre che lo ha liberato dalla morte.
Questa triplice vittoria risulta decisiva per le scelte di ogni giorno. Per comprendere tutto questo, siamo invitati a chiedere il dono dello Spirito Santo, perchè illumini la nostra mente e purifichi il nostro cuore infondendo desideri di bene autentico e di giustizia, fiduciosi di impegnarci per la causa vera che non delude, ma che rimane eterna.