I QUARESIMA ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 1,12-15.
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Commento
Gli evangelisti hanno posto all’inizio del Vangelo le tentazioni di Gesù, non perchè definitivamente sconfitte nel periodo iniziale passato nel deserto, non furono più avvertite, ma perchè sono sono state presenti nella vita di Gesù dall’inizio alla fine. L’evangelista Marco accenna sommariamente alle tentazioni, mentre Matteo e Luca sono più dettagliati. Accennano al demonio tentatore che porta Gesù sul pinnacolo del Tempio di Gerusalemme, molto frequentato dalla folla, e lo esortano a buttarsi nel vuoto; Dio non avrebbe permesso che si sarebbe sfracellato al suolo, perchè i suoi angeli lo avrebbero sostenuto, compiendo un prodigio che avrebbe suscitato l’entusiasmo del pubblico [Matteo, 4,6-7; Luca, 4,9-13]. Esso lo avrebbe accreditato come Messia potente. Questa tentazione richiama la sfida lanciata dai sacerdoti che, presenti alla crocifissione, lo esortavano a scendere dalla croce, ponendo così fine ad ogni riserva nei riguardi del suo messianismo [Matteo, 27, 42-43]. Gesù non risponde a questa provocazione, ma accetta di morire in croce. Il suo messianismo non consiste nella ricerca di una gloria presso le folle, amanti dell’esibizione e del primeggiare ad ogni costo. Esse hanno reclamano da lui miracoli e prodigi spettacolari, mentre Gesù vuole rivelare l’infinita tenerezza del Padre in vista di una fraternità tra gli uomini. Essa comporta il farsi servi, mentre noi vogliamo ad ogni costo farci servire. I miracoli di Gesù non sono finalizzati alla sua gloria personale, ma segni che indirizzano all’amore fraterno ed allo spirito di servizio, realtà dure da accettare e giudicate insipienti dagli uomini.
Collegati a questa tentazione, sono le altre due, quelle del denaro e del potere. Il primo viene considerato indispensabile perchè permette di vivere bene e di togliersi ogni soddisfazione. Si dimentica però che facilmente può diventare un gravissimo pericolo. La ricerca del benessere non è negativa, a patto che il denaro SERVA per il soddisfacimento dei propri bisogni e per beneficare il prossimo. Ma troppo spesso il denaro diventa il PADRONE che rende l’uomo schiavo e indurisce il suo cuore portandolo a compiere ingiustizie e prepotenze. Inoltre riempie l’animo di preoccupazioni per la sua conservazione e l’impiego più utile.
Collegato a questo è la ricerca del potere, che ci permette di dominare sugli altri. Gesù è venuto a testimoniare fino all’estrema coerenza la legge del servizio. Nel suo viaggio a Gerusalemme, dove lo attendeva la passione, Gesù rimproverava i suoi discepoli, che aspiravano ad ottenere il posto più alto nel suo Regno. Non avevano ancora compreso che esso non era assimilabile ad una qualsiasi istituzione politica, ma aveva uno status molto diverso: “I capi delle nazioni dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così deve essere tra voi, ma colui che vorrà diventare grande si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo si farà vostro schiavo, appunto come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per tutti” (Matteo, 20,25-28). Siamo di fronte ad un capovolgimento dei criteri umani. Il Regno di Gesù ha per legge suprema il servizio, legge messa in pratica radicalmente dal suo Re, che si fa servo di tutti in un atto supremo di amore. Da qui dobbiamo procedere, perchè qui è la radice della libertà.