Una presenza flessibile e graduale, in modalità mista: la ripartenza delle Università lombarde parte da questo approccio. Il secondo semestre dell’anno accademico che sta per iniziare per tutti gli Atenei lombardi, prevedrà lezioni in presenza e didattica a distanza, nel rispetto delle normative anti Covid e sulla scia della rivoluzione digitale apportata alla didattica nei mesi più difficili della pandemia. Questo è quanto emerso dalla riunione del CRUL, la Conferenza dei Rettori delle Università Lombarde che si è svolta oggi, lunedì 8 febbraio 2021. Presente anche l’Assessore regionale all’Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione, Fabrizio Sala a cui i Rettori hanno presentato le linee guida per la ripresa anche in presenza delle attività universitarie. Tutti gli Atenei hanno da tempo predisposto i piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, in presenza e a distanza, mettendo in atto tutte le misure necessarie per garantire la tutela della salute di studenti, docenti e del personale nel rispetto delle normative e delle disposizioni dell’ISS.
Il CRUL – considerata l’importanza di garantire la continuità didattica per una efficace formazione universitaria, così come i servizi essenziali a supporto degli studenti – ha stabilito che ciascuna Università e Istituzione di alta formazione artistica musicale e coreutica, possa predisporre in autonomia il piano di organizzazione della didattica e delle attività curriculari di tipo frontale (lezioni, esami di profitto, esami finali e di laurea, proclamazioni) in presenza o a distanza o in modalità mista, a seconda dell’andamento del quadro epidemiologico, non omogeneo sul territorio regionale, e nel rispetto delle normative vigenti. L’obiettivo è garantire – nei limiti del possibile – l’opportunità di seguire anche a distanza le lezioni erogate in presenza, con particolare attenzione alle esigenze degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento.
Nel corso della Conferenza dei Rettori sono inoltre stati trattati due importanti punti all’ordine del giorno, presentati dalla rappresentanza degli studenti. Il Consiglio Nazionale degli studenti Universitari ha infatti presentato la richiesta di sottoporre a vaccinazione gli studenti universitari impegnati in attività di tirocinio in area medico-sanitaria mentre dai rappresentanti degli studenti lombardi è stata presentata la richiesta di includere gli studenti universitari nel circuito dei tamponi anti – Covid gratuiti. Nel dialogo con l’Ass. Sala, il CRUL ha avanzato la richiesta che tutti gli studenti universitari, i docenti e il personale tecnico-amministrativo vengano favoriti nella campagna vaccinale anti-Covid.
L’Università degli Studi di Bergamo ha infine presentato al Comitato una ricerca sul tema “Radiografia degli iscritti universitari, per disciplina e regione di residenza”. Il documento che si pone l’obiettivo di verificare la differente propensione ad iscriversi all’università sul territorio nazionale, a studiare la diversa capacità delle regioni di attrarre studenti fuori sede e le eventuali propensioni disciplinari nei diversi territori – ha evidenziato come il Paese sia diviso in 4 macro aree regionali contraddistinte da elementi di forza e di debolezza. Le regioni del Nord – tra cui ne è un esempio chiaro la Lombardia – sono caratterizzate da bassi accessi all’Università dalla popolazione residente (circa il 30% contro una media nazionale del 36%), compensati da una fortissima attrattività degli studenti provenienti da altre regioni e da una scarsa propensione degli iscritti residenti per le discipline giuridiche e per medicina. Il secondo gruppo – rappresentato dal Lazio – registra una elevata propensione a iscriversi all’Università in tutte le discipline e forte attrattività per gli studenti provenienti da altre regioni. Il terzo gruppo comprende le regioni del Sud esclusa la Campania in cui i giovani dimostrano grande propensione iscriversi all’Università, vocazione per le discipline giuridiche e per medicina e elevata propensione a studiare in Università delle regioni del Nord e del Lazio. L’ultimo gruppo, rappresentato dalla Campania, mostra un’alta propensione a frequentare l’Università, soprattutto in ambito giuridico, con una forte capacità attrattiva di giovani da altre regioni.