Il primo partito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 (32,7%) si prepara a prendere una sonora batosta il prossimo 26 maggio. Sono passati 10 anni dall’inizio di una grande rivoluzione culturale, sociale e tecnologica e come sempre, quando si è nel cambiamento, non si può percepirne la vera portata. Naturalmente non tutto è funzionato ed i tifosi dei diversi schieramenti si sono subito affrettati a dare un giudizio positivo o negativo senza distinguere quanto c’è stato di buono da quanto è stato sbagliato.
Con il M5S è nata la democrazia liquida che, nei sogni dei molti che lo hanno votato, avrebbe dovuto favorire un nuovo modo di pensare che ci avrebbe dovuto permettere di partecipare ad una vera rivoluzione culturale.
Molti avevano sperato di avere trovato una soluzione per lottare contro la corruzione, le mafie, le lottizzazioni, il degrado ambientale ed ogni altra prepotenza della casta.
Per ora questo sogno non si è realizzato. Certamente il meccanismo ha evidenziato forti limiti.
Ad esempio i Portavoce, una volta eletti, diventano autoreferenziati. Questa dinamica porta ad avere molti più aspiranti Portavoce (candidati) che attivisti propositivi. Chi non aspira a diventare un Portavoce comprende presto che, per poter partecipare in qualche modo, deve asservirsi a qualche Portavoce. Conseguentemente il punto di forza del M5S è diventato il suo punto di debolezza.
Anche l’Associazione Rousseau che gestisce la piattaforma della “democrazia diretta” è entrata nel mirino degli attivisti in quanto giudicata troppo “famigliare”. Per farsene un’idea basta leggere l’Atto costitutivo e lo Statuto.
Queste sono le principali ragioni per le quali molti, giustamente, preferiranno votare per altri partiti che, più coerentemente, sono organizzati “alla vecchia” in maniera piramidale.
Ma è sbagliato rinunciare al sogno / esperimento della democrazia partecipativa?
“Aver coraggio – dice Harper Lee – significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.”