Classe 1940, avvocato, giornalista, grande esperto di cibo, vini e distillati: è l’avvocato Lucio Piombi, che in questi giorni ha ricevuto dalle mani del noto giornalista Gianni Fossati (collaboratore di diverse testate tra cui il “Corriere della Sera” e consigliere di presidenza dell’Accademia Italiana della Cucina) il distintivo con brillante riservato agli iscritti accademici da 40 anni, con diploma relativo e i complimenti del presidente nazionale. Sono solo sette, nel mondo, gli associati che quest’anno festeggiano questa lunga militanza in quella che è riconosciuta “Istituzione culturale della Repubblica Italiana”, appunto l’Accademia Italiana della Cucina, fondata nel 1953 a Milano da alcuni giornalisti del Corriere della Sera con a capo Orio Vergani. È stata la prima tra le associazioni italiane a difendere e valorizzare la cultura gastronomica italiana e le sue tradizioni regionali.
Consegnando il distintivo nel corso di un convivium al ristorante neo-stellato Florian Maison di San Paolo d’Argon, Fossati ha tra l’altro ricordato con nostalgia le sue lunghe passeggiate a Schilpario con don Andrea Spada, l’indimenticabile direttore de “L’Eco di Bergamo”. Ha ricordato anche come Lucio Piombi, da sette anni delegato di Bergamo dell’Accademia, ha organizzato con successo nel 2012 il convegno “ Bergamo ed i suoi formaggi Dop”, pubblicandone gli atti. L’anno dopo, l’allora segretario generale, oggi presidente nazionale, Paolo Petroni, incaricò Piombi di organizzare a Bergamo la riunione della Consulta accademica che annovera trenta delegati e dirigenti nazionali di tutta Italia. Piombi ha diretto e seguito l’ospitalità, per tre giorni, in hotel e ristoranti, nonché visite ad alcune realtà enogastronomiche locali e luoghi culturali, facendo apprezzare a tutti l’ospitalità bergamasca. Anche a seguito di questo incontro, partì l’impegno della Accademia nei confronti dell’Unesco per arrivare a dichiarare la cucina italiana “Bene immateriale mondiale”.
Lucio Piombi, nato in provincia di Bologna il 5 gennaio 1940, trasferitosi a Reggio Emilia con i genitori entrambi insegnanti e il fratello Daniele (noto presentatore televisivo recentemente scomparso), si appassiona alla cucina da quando aveva sei anni, aiutando la mamma, la mattina presto prima di andare a scuola, a preparare il pranzo. Dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Modena, arriva a Bergamo all’età di 21 anni e comincia a frequentare, oltre allo studio legale, varie scuole di cucina, prima in città, la nota “Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu”, poi a Parigi ed in Spagna ed a dedicarsi anche alla conoscenza del vino frequentando i tre corsi Ais e divenendo il primo delegato non professionista dei sommeliers di Bergamo.
Successivamente si appassiona anche alla grappa, tipico superalcolico italiano. Consegue la patente di “Assaggiatore di Grappa” e per alcuni anni si occupa come presidente provinciale di organizzare la locale sezione Anag (Associazione nazionale assaggiatori grappa).
Piombi entra nell’Accademia Italiana della Cucina a Milano nel 1978 ma, causa nebbia allora spesso fitta, chiede nel 1984 di trasferirsi nella Delegazione bergamasca, iniziando a collaborare, come giornalista, con il delegato Fosco Provvedi e, successivamente, per molti anni, con il delegato conte Bonaventura Grumelli Pedrocca, che lo manda per più volte, come suo sostituto, a varie assemblee nazionali. Iscritto come pubblicista all’albo dei giornalisti, ha rifondato il periodico dei sindacato forense “Diritto e Rovescio” e lo ha diretto per quattro anni; collabora oggi stabilmente con “Civiltà della Tavola”, il mensile dell’Accademia che viene diffuso in tutto il mondo ed inviato a circa 10 mila iscritti.
Nella FOTO: Lucio Piombi riceve il distintivo da Gianni Fossati.