Il bilancio 2017 della spesa pensionistica in provincia di Bergamo parla di un aumento degli assegni e anche degli importi: 146 sono i pensionati in più rispetto all’anno precedente, e quasi 9 milioni e mezzo l’incremento in euro delle uscite dell’Inps nei confronti dei pensionati bergamaschi. Lo si legge in un comunicato stampa diffuso oggi dalla Cisl provinciale. «Non bisogna però farsi fuorviare da questi numeri – sottolinea Roberto Corona, segretario Fnp Cisl -. Da un anno all’altro il “grosso” delle pensioni orobiche sono aumentate di 50-60 euro, mentre è cresciuto di più il numero di quelle sopra i 3.000 euro. Infatti, il numero dei trattamenti più consistenti è arrivato a 8786, crescendo di ben 871 unità, per una spesa di oltre 3 milioni e mezzo in più e un aumento di quasi 400 euro di media». Sono cifre che appaiono nella tradizionale ricerca condotta dalla Fnp Cisl provinciale sulla spesa pensionistica. La spesa del 2016, infatti, ammontava a poco più di 317 milioni di euro, mentre il consuntivo 2017 parla di quasi 326 milioni e mezzo per oltre 321.000 beneficiari, con una media di assegno di 1015 euro contro i 986 dell’anno precedente, un aumento di circa il 3% che si ripercuote su ogni tipologia di pensione. In provincia, si pagano quasi 200 mila pensioni di vecchiaia, più della metà dell’intero “monte assegni”. Come sempre, rimane evidente e inalterata la differenza di trattamento tra assegni per uomini e per donne. Nella fascia d’età più consistente, quella dai 60 ai 70 anni, la differenza arriva a superare i 1000 euro al mese, mentre la media generale si “ferma” a 693 (l’anno scorso era 675). «Una condizione che si fa di anno in anno sempre meno accettabile: è necessario un sussulto di dignità, sia da parte politica che sindacale, perché quanto dichiarato, discusso e condiviso sulla necessità di arrivare a parità salariali, e quindi pensionistiche, trovi finalmente soluzione».