I QUARESIMA ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 1,12-15.
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Commento
Il brano evangelico nella sua estrema sinteticità, come spesso avviene in Marco, rischia di essere trascurato, ma è ricchissimo di significati. Esso presenta Gesù come il nuovo Adamo, in grado grazie alla vittoria sulle tentazioni, di mutare radicalmente in megio il destino dell’uomo, a differenza del primo Adamo che lo ha gravemente compromesso.
L’uomo è polvere, fango plasmato, quindi estremamente fragile. Fin dall’inizio si è trovato di fronte a due parole, che contenevano una promessa di superamento della sua fragilità. Egli ha scelto quella più facile, che gli prometteva una onnipotenza divina attraverso il soddisfacimento di tutti i desideri, stimolando le sue passioni, buone o cattive che fossero. La voce ingannatrice del serpente lo autorizzava ad essere arbitro di se stesso. Da qui però sono originati gli egoismi, le ingiustizie, frutto di ingordigia, le invidie, le violenze per la sete di dominio. Risultato: l’uomo fragile, fatto di polvere, si è trovato ancora più fragile.
L’altra voce, quella di Dio, mira al superamento della fragilità umana e al raggiungimento della vera “Gloria” attraverso l’imitazione della perfezione divina, della tenerezza del Padre. Questa è la radice della fraternità, che consiste nell’educare il prepotente ed ingordo desiderio umano trasformandolo in amore fraterno, in spirito di servizio e di dedizione, ispiratore di ogni azione umana individuale, familiare e sociale. In questo modo l’uomo, creato “ad immagine e somiglianza di Dio”, diventa sempre più questa realtà, assomiglia progressivamente a Dio fino a raggiungere la meta della vita eterna. Uguale è la promessa fatta dal serpente tentatore e da Dio – diventare cioè simili a Dio – ma sono proposte due vie completamente antitetiche, quella dell’imposizione di sè ad ogni costo e quella della tenera dedizione e della carità.
L’umanità nel suo complesso ha seguito di più la via del primo Adamo e si è rovinata. Dio Padre ha mandato il suo Figlio, il quale ha fatto propria integralmente la fragilità umana e l’ha portata a quella perfezione per la quale era stata creata. Non è stato un processo facile, perchè Gesù ha assunto le fatiche umane del sacrificio e della rinuncia di sè vincendo le tentazioni. Il brano di Vangelo ci dice proprio questo: il nuovo Adamo ha dovuto combattere e vincere tutte le debolezze in cui era caduto il nostro progenitore e nelle quali cadiamo spesso anche noi. Gesù, il Salvatore è dunque il nuovo Adamo, nel quale la natura umana ha raggiunto il pieno compimento per cui era stata creata; egli si propone come modello al quale affidare le nostre scelte di ogni giorno. Un Gesù vittorioso sul male e uomo vero può autorevolmente rivolgersi ai suoi ascoltatori chiamandoli a seguirlo: “Convertitevi e credete al Vangelo”, cioè credete a me e troverete la vita.