Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace
Papa Francesco pone una premessa per affrontare questa emergenza mondiale dovuta ad una serie interminabile di guerre ed a situazioni estreme di povertà, che pongono molti alla ricerca di una migliore condizione:
“In molti Paesi di destinazione si è largamente diffusa una retorica che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati… Quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano”.
Il papa invita ad uno sguardo contemplativo per vedere nei nuovi arrivati degli esseri umani che possono portare nel paese di arrivo nuovi apporti in termini di capacità e creatività. Inoltre questo sguardo aiuta le autorità a discernere realisticamente i limiti di un’accoglienza ordinata e regolarizzata:
“Questo sguardo contemplativo, infine, saprà guidare il discernimento dei responsabili della cosa pubblica, così da spingere le politiche di accoglienza fino al massimo dei «limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso» considerando cioè le esigenze di tutti i membri dell’unica famiglia umana e il bene di ciascuno di essi”.
Non è vero quindi che il papa voglia un’accoglienza indiscriminata e non controllata. Sono necessarie limitazioni, ma queste devo essere calcolate non in senso minimale.
Parla di quattro pietre miliari per l’azione.
1. Il primo è accogliere, dove viene ripetuto il principio sopra enunciato: generosità coniugata con la valutazione realistica delle possibilità ricettive:
“Accogliere” richiama l’esigenza di ampliare le possibilità di ingresso legale, di non respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze, e di bilanciare la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani”.
2. Proteggere:
“Proteggere” ricorda il dovere di riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di asilo e sicurezza, di impedire il loro sfruttamento. Penso in particolare alle donne e ai bambini che si trovano in situazioni in cui sono più esposti ai rischi e agli abusi che arrivano fino a renderli schiavi”.
3. Promuovere:
“Promuovere” rimanda al sostegno allo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati. Tra i molti strumenti che possono aiutare in questo compito, desidero sottolineare l’importanza di assicurare ai bambini e ai giovani l’accesso a tutti i livelli di istruzione: in questo modo essi non solo potranno coltivare e mettere a frutto le proprie capacità, ma saranno anche maggiormente in grado di andare incontro agli altri, coltivando uno spirito di dialogo anziché di chiusura o di scontro”.
4. Integrare:
“Integrare”, infine, significa permettere a rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie, in una dinamica di arricchimento reciproco e di feconda collaborazione nella promozione dello sviluppo umano integrale delle comunità locali”.
Il papa infine auspica che i flussi migratori siano regolati da due patti da stabilirsi da parte dell’ONU; uno riguardante i rifugiati politici, cui già il diritto internazionale riconosce il diritto di accoglienza e il secondo per gli emigrati per motivi economici:
“Auspico di cuore che sia questo spirito ad animare il processo che lungo il 2018 condurrà alla definizione e all’approvazione da parte delle Nazioni Unite di due patti globali, uno per migrazioni sicure, ordinate e regolari, l’altro riguardo ai rifugiati. In quanto accordi condivisi a livello globale, questi patti rappresenteranno un quadro di riferimento per proposte politiche e misure pratiche. Per questo è importante che siano ispirati da compassione, lungimiranza e coraggio, in modo da cogliere ogni occasione per far avanzare la costruzione della pace: solo così il necessario realismo della politica internazionale non diventerà una resa al cinismo e alla globalizzazione dell’indifferenza”.
BUON ANNO !