Dal 6 novembre al 13 gennaio è disponibile il vaccino anti-influenzale. La vaccinazione è fortemente consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire forme gravi e complicate di influenza e ridurre la mortalità prematura in gruppi ad aumentato rischio di malattia grave. Rappresenta, come spiegato questa mattina nel corso della conferenza stampa organizzata da Ats Bergamo, un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. Come di consueto, tutti i soggetti con età uguale o superiore ai 65 anni e coloro che sono inseriti nei programmi Adi e Adp o sono allettati o disabili, potranno rivolgersi per la somministrazione gratuita della vaccinazione anti-influenzale ai propri medici di famiglia. Chi ha meno di 65 anni d’età e appartiene a categorie a rischio, potrà invece rivolgersi al Centro Vaccinale Asst di residenza nelle sedi e negli orari previsti dal centro stesso. I vaccini disponibili presso gli ambulatori dei medici di famiglia o presso il Centro Vaccinale Asst sono: il vaccino subvirionico, contenente antigeni di superficie dei virus influenzali, il vaccino adiuvato, contenente antigeni di superficie emulsionati ad adiuvante oleoso MF59, indicato per adulti di età superiore a 65 anni e il vaccino tetravalente, un vaccino split contenente due ceppi A e due B di virus influenzali. Dal 6 novembre è inoltre disponibile la vaccinazione anti-pneumococco per i nati nel 1952. «Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza e rappresenta un’importante protezione soprattutto per i soggetti a rischio come i bambini, gli anziani o le persone affette da malattie croniche. Ed è importante ripetere la somministrazione ogni anno perché il vaccino ha una protezione limitata nel tempo, pari a circa 6-12 mesi, e i virus influenzali mutano molto velocemente», ha consigliato la Dott.ssa Mara Azzi, direttrice generale di Ats Bergamo, ricordando che gli unici soggetti che non dovrebbero essere vaccinati sono: i bambini al di sotto dei sei mesi, i soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico a una precedente somministrazione di vaccino o a uno dei suoi componenti o chi ha in corso una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre. In questi casi, meglio rimandare la vaccinazione a guarigione avvenuta. Rappresentano, invece, false controindicazioni: l’allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche, malattie acute di lieve entità, infezione da Hiv e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La conferenza inoltre è stata occasione per fare chiarezza rispetto a dubbi e paure legate a eventuali effetti indesiderati dei vaccini antinfluenzali. I medici presenti hanno spiegato che si tratta di preparati che contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. Possono comunque verificarsi effetti collaterali come reazioni locali, dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione nonché febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. Molto più raramente, invece, possono presentarsi episodi di trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici. Non è stata invece dimostrata l’associazione tra vaccinazione e sindrome di Guillain Barrè. «Il vaccino è indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. E non ci sono dubbi rispetto alla qualità: i vaccini vengono controllati durante la produzione e prima dell’immissione in commercio poiché devono soddisfare gli standard previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e i criteri imposti dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema). Sono dunque il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze», ha dichiarato il Dott. Giancarlo Malchiodi, direttore Uoc Medicina Preventiva nelle Comunità, Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria Ats Bergamo.