Il protocollo sull’emergenza smog del Comune di Bergamo non è uno strumento utile per l’abbassamento delle polvere sottili.
La fine del 2015 e l’inizio del 2016 è stato un periodo caratterizzato da scarsissime precipitazioni e un prolungato periodo di siccità. Se andiamo ad effettuare un confronto con le riserve idriche all’anno 2015 con quelle dello stesso periodo attuale al 2016, espresso nel grafico 1, si può notare che si è in un periodo di siccità e addirittura si è peggiori del -36,7% dell’anno critico preso come riferimento che era l’anno 2007. Inoltre si è al di sotto della media del periodo preso a riferimento (2006-2015) del -70,5%. Dati preoccupanti che sottolineano sempre più di come ci sia effettivamente un cambiamento delle condizioni climatiche del nostro territorio e una previsione futura di diminuzione delle riserve idriche di cui la regione Lombardia usufruisce. Questo cambiamento climatico e di conseguenza la diminuzione delle precipitazioni, può essere causato dall’eccessivo inquinamento atmosferico che caratterizza l’attuale società industrializzata che utilizzata principalmente come fonte di energia i combustibili fossili. La combustione di essi per tutti i bisogni attuali energetici e di locomozione causa anche l’immissione in atmosfera delle polveri sottili, classificate in PM10 e PM2.5 a secondo del loro diametro (2.5-10microm e ≤2.5microm) che risultano dannose alla salute se inalate in eccessive concentrazioni e per periodi prolungati. La permanenza in atmosfera delle polveri sottili è strettamente legata alle precipitazioni che facilitano il deposito di esse a terra pulendo l’aria e rimanendo così nei limiti di legge che sono di concentrazione <50mm per i PM10 e di <25mm per i PM2.5. Si analizza in particolare la prima settimana di Febbraio 2016, periodo in cui il Comune di Bergamo ha approvato una ordinanza speciale abbassando di 1 grado i riscaldamenti degli edifici pubblici, prevedendo circolazione veicolare a targhe alterne se si ha un superamento dei limiti consentiti per oltre 30 giorni o il blocco totale del traffico e altri provvedimenti simili. Questa ordinanza è stata suggerita anche ai comuni limitrofi compresi nella area A1 e A2 della provincia di Bergamo per avere un protocollo di intervento uniforme in modo che tutti si adeguino ad effettuare gli stessi provvedimenti di riduzione. Questo misure sono più di forma educativa che di carattere rimediativo, perché come dimostrano i grafici 2 e 3 si può notare che basta una precipitazione di un giorno (come nel caso del 3 Febbraio) per abbassare drasticamente i livelli di PM10 e rimanere al di sotto della soglia prevista per legge. Il protocollo smette di essere attuato dopo 7 giorni in cui i livelli di PM10 sono al di sotto dei limiti fissati. I provvedimenti presi sono sicuramente di aiuto per l’ambiente e sono soprattutto di educazione ambientale per i cittadini che possono vivere in maniera normale le loro giornate anche con 1 grado in meno nelle abitazioni o locali pubblici e muovendosi con i mezzi pubblici o mezzi non motorizzati. Sta dunque alle Amministrazioni Comunali applicare il buon senso se attuare o no questo protoccolo di intervento e che non sia una precisione presa a caso senza dati sicuri e fondati che provino l’effettivo miglioramento e abbattimento delle polveri sottili in atmosfera. Non deve essere solo una decisione politica esclusivamente per accontentare e calmare i cittadini sulle problematiche dell’inquinamento atmosferico. Bisognerebbe invece intervenire in maniera decisa sul miglioramento del servizio del trasporto pubblico ed efficientare gli edifici con energie rinnovabili e maggiore educazione ambientale. Prevenire è sicuramente meglio di curare. (Dati: www.arpalombardia.it)