Da anni Bergamo.info propone la creazione di una pista ciclabile che unisca tutti i parchi di Bergamo ed ora questo nostro progetto potrebbe diventare una realtà. Qualora la Cassa Depositi e Prestiti acquistasse la Montelungo il progetto potrebbe realizzarsi.
Il nostro progetto è stato ripreso da un tavolo promosso da Ance, Ordine degli architetti, Ordine degli ingegneri e amministrazione comunale. L’area della caserma Montelungo verrebbe destinata alla vendita con intervento di restauro conservativo ad uso residenziale libero (per l’80%), housing sociale (10%), pubblici esercizi (5%) e a esercizi di vicinato (5%) oltre a terziario. La cessione gratuita della caserma Colleoni, che insieme alla Montelungo forma l’intero complesso, permetterebbe la realizzazione delle funzioni culturali previste nel piano di governo del territorio. Gli oneri e lo standard qualitativo maturati con la parte residenziale potrebbero essere impegnati per completare le opere di sistemazione viabilistiche.
Per noi l’80% di uso residenziale è un eccesso che sfocia nella solita speculazione edilizia e, a nostro modesto avviso, avremmo preferito un parcheggio interrato che potrebbe fungere da interscambio tra auto, bus, bici e, perché no, anche stazione della metropolitana che potrebbe unire in futuro Orio con città alta.
In ogni caso l’idea è ottima e la superficie scoperta, liberata dagli uffici demoliti, potrebbe essere destinata a parco pubblico, creando da subito una possibilità di connessione con i limitrofi parco Suardi e parco Marenzi.
LA CICLOPEDONALE CHE UNISCE I PARCHI DI BERGAMO:
NATURA E COMODITÀ CHE NON SAPEVI DI AVERE
Un percorso immerso nel verde, lontano dal traffico, per attraversare la città in 10 minuti in bici e in 20 a piedi.
Il progetto ha l’obiettivo di porsi come baluardo della mobilità sostenibile: l’intera comunità potrà usufruire di un percorso immerso nel verde, unendo la praticità di attraversare la città in soli 10” in bici (il tempo per la ricerca di un parcheggio) o in 20” a piedi (il tempo del parcheggio e per recarsi dove necessita). Un percorso decisamente più bello e più breve e, quindi, destinato a diventare anche quello preferito da tutti.
I pedoni ed i ciclisti devono ora combattere con traffico, smog, strade accidentate e, soprattutto, deve allungare la strada aggirando isolati, strade e persino i parchi che, paradossalmente, diventano un ostacolo. Questo progetto ha la finalità di realizzare un percorso ciclopedonale ad hoc, interamente immerso nel verde, utilizzabile non solo da ciclisti, appassionati, cultori della forma fisica, ma, soprattutto, da coloro che troveranno più comodo, più bello e più veloce rinunciare alla macchina ed alla moto per andare al lavoro o a scuola.
Probabilmente, la premessa per trasformare il centro di Bergamo in un’isola pedonale.
La ciclopedonale partirebbe dall’Accademia Carrara, attraverserebbe gli Orti di San Tomaso e, costeggiando il corso del Torrente Morla, arriverebbe al Parco Suardi. Da qui si transiterebbe per l’area della Caserma Montelungo, ideale collegamento tra il Parco Suardi e il Parco Marenzi. La facciata della caserma è vincolata ma la parte restante potrebbe essere trasformata a verde o, quantomeno, prevedere un passaggio lontano dal traffico. Attraversato il Parco Marenzi e, affiancando il ristorante Bavarese “Marienplatz”, si spunterebbe nella parte di via Pignolo già chiusa al traffico per collegarsi al Parco Caprotti e, attraverso v. Pradello, per raggiungere la ciclabile di v. Tasso, il Sentierone, piazza Vittorio Veneto, v. XX Settembre e P.za Pontida.
La ciclopedonale diventerebbe un hub i quanto già collegata alla ciclopedonale che porta a Loreto, a Città Alta e facilmente collegabile alla ciclabile della Val Brembana.
Il progetto ha costi di realizzazione veramente irrisori e, gli inevitabili problemi legali, potrebbero essere superati senza grandissime difficoltà. Questi concernono in modo particolare le servitù di transito, necessarie in due punti del nostro percorso.
Questo percorso ciclopedonale potrebbe risolvere i problemi di sicurezza legati alla gestione dei Parchi, essendo noto che la maggiore frequenza degli stessi è la prima garanzia per renderli sicuri. I Parchi sono, attualmente, sfruttati in maniera decisamente inferiore alle loro potenzialità, sono spesso mal frequentati e, di conseguenza, hanno orari di apertura decisamente limitati.
Si cambierebbe l’immagine del centro di Bergamo, città moderna e in evoluzione, ma con evidenti problemi di viabilità e smog, con un vantaggio notevole anche per il turismo: uno dei principali driver economici della città.
Il “Leaders Dream Team” (ideatori del progetto), insieme ai partners Studio Capitanio Architetti, Aribi e, con il patrocinato di “Movimento 5 Stelle Bergamo”, ritengono questo progetto una interessante opportunità per rilanciare la nostra splendida città.
Leaders Dream Team
Gli Orti di San Tomaso: un retaggio dimenticato della tradizione agricola di Bergamo a pochi passi dal centro
L’area che ospita gli orti di San Tomaso costituisce testimonianza delle vaste aree agricole che dalle pendici di Bergamo scendevano verso la cinta esterna delle Muraine.
Questa distesa compresa tra via San Tomaso, via Pignolo, il Parco Suardi e il torrente Morla ancora oggi è coltivato a frutteto e ortaglia. Vi possiamo trovare centinaia di ortaggi, piante aromatiche ed alberi da frutto come melo, pero, albicocco, pesco e molti altri. Grazie alla sua esposizione a sud e all’elevata fertilità gli orti da sempre hanno favorito la coltivazione di qualsiasi tipo di ortaggi, piante aromatiche di ogni specie e qualità.
Nel 2010 il Piano di Governo del Territorio approvato dal Comune, aveva intenzione di edificare una nuova sala espositiva dell’Accademia Carrara proprio nell’area che riguarda gli Orti di San Tomaso. Da subito centinaia di cittadini si sono attivati per la salvaguardia di questo importantissimo territorio, aggregandosi in un Comitato denominato “Salviamo gli orti di Bergamo”. La nuova sala museale avrebbe dovuto essere realizzata con il contributo della Fondazione Credito Bergamasco. Inoltre era stato previsto un cambio d’uso del palazzo Spini, l’ex edificio delle suore canossiane, il quale negli ultimi anni ha ospitato alcune lezioni del liceo classico “Paolo Sarpi” e dell’Università degli studi di Bergamo.
Quest’idea non ha avuto più seguito e sul destino degli orti è calato il buio. Grazie al nostro progetto quest’area potrebbe non solo rimanere intatta ma al contempo sarebbe valorizzata. Tutti coloro che usufruiranno della pista ciclopedonale potranno vedere con i loro occhi e toccare con mano, l’intera gamma di prodotti che questa oasi verde da moltissimi anni offre. Parliamo proprio della vendita al dettaglio di questi innumerevoli e freschissimi beni.
Il nostro progetto prevede infatti un passaggio attraverso quest’area, che da pedonale si trasformerebbe dunque in ciclopedonale. L’idea che ci sostiene è quella che il modo migliore di salvare questi Orti dall’oblio e addirittura dall’eventualità di essere distrutti per realizzare qualche altra opera in cemento è costituito dalla restituzione alla cittadinanza di un angolo la cui esistenza è ignorata da molti.
Aprendo al pubblico gli Orti e permettendo ai cittadini di attraversarli a piedi o in bicicletta (il passaggio di autoveicoli resterebbe tassativamente vietato) si restituirebbe la giusta dignità a un importante retaggio delle tradizioni agricole cittadine, nel massimo rispetto di esse, e anche la possibilità a chi per decenni si è occupato della sopravvivenza degli Orti di San Tomaso di vendere a chilometro zero i prodotti della nostra terra, che potrebbero costituire l’ideale sosta per un piccolo ristoro per i cittadini che transitano da queste parti.
Con il beneplacito della Cooperativa degli Orti, questa sarà sicuramente l’iniziativa più interessante e stuzzicante del percorso.
La Caserma Montelungo: un’area da riconsegnare ai bergamaschi, all’insegna della mobilità sostenibile e preservando il patrimonio artistico cittadino
Ammonta a 23 mila mq lo spazio occupato dalla Caserma Montelungo, uno spazio enorme, ormai fatiscente e situato nel pieno centro della città, da anni al centro di mille illazioni su quale potrebbe essere la sua futura destinazione. La Montelungo, dismessa a partire dal 1998, è già da molti anni proprietà del Comune di Bergamo. Essa è divisa nelle due unità che vanno a creare il grandissimo monolite: la Colleoni sul lato del viale delle Muraine e di via Frizzoni, la Montelungo su tutta la via San Giovanni. Da moltissimi anni si pensa ad una riqualificazione di questa zona dismessa e abbandonata ma al contempo vicinissima al centro città.
Nel lontano 2009 avrebbe dovuto essere valorizzato come polo culturale nell’ambito di un protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune con l’agenzia del Demanio, ma di quell’iniziativa si è persa traccia. Altra iniziativa di cui ben presto si persero le notizie fu l’idea di realizzare al posto della Montelungo nuovi spazi espositivi da affiancare alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea, la Gamec. In seguito molte furono le iniziative più o meno rilevanti su come riutilizzare la Caserma. Dapprima il Comune aveva intenzione di venderla, ricavandone una cifra pari a 46 milioni di euro utilizzabili poi per la costruzione della nuova sede della provincia a Porta Sud. Una volta naufragata quest’ipotesi, Giorgio Gori, giornalista e imprenditore bergamasco, è intervenuto sul dibattito di “Bergamo Capitale Europea della Cultura” annunciando la volontà di voler tramutare l’ex caserma in un museo dell’Energia.
Al di là di queste proposte mai andate in porto, l’edilizia residenziale e commerciale è sempre in agguato nell’annusare la possibilità di investimento, ma tale soluzione appare la meno auspicabile, in vista della costruzione della pista ciclopedonale da noi proposta. Infatti un utilizzo più intelligente e pensato della Montelungo potrebbe essere apportato dalla realizzazione di un grande polmone verde cittadino mantenendo in vita la facciata stessa della caserma, entrata a far parte del patrimonio dell’UNESCO da diversi anni.
L’ubicazione dell’area attualmente occupata dalla Caserma, infatti, è a metà strada tra due dei parchi storici del centro cittadino, il Suardi e il Marenzi, entrambi peraltro attraversati dal percorso da noi studiato. Una soluzione all’insegna della mobilità sostenibile ma che al contempo preserverebbe il patrimonio artistico della città di Bergamo potrebbe essere costituita dall’edificazione di un’area pubblica o amministrativa al posto della Caserma.
Questo nuovo spazio cittadino dovrebbe essere immerso nel verde, permettendo a chi usufruisce della pista ciclopedonale di attraversare il Parco Suardi e raggiungere il Parco Marenzi in un tempo ridotto, in un percorso gradevole e soprattutto sicuro. Attualmente, infatti, la strada che separa il Parco Suardi dalla Caserma Montelungo, via San Giovanni, nonostante non sia particolarmente larga è una delle vie più trafficate di Bergamo, un vero incubo per chi la percorre in bicicletta, per diletto o necessità, rischiando di mettere a repentaglio l’incolumità propria e altrui.
Inoltre un ripensamento di quest’area creerebbe una lunga catena verde che per molti chilometri taglierebbe il centro della città, rendendolo più vivibile e gradevole per gli stessi abitanti.
Parco Marenzi/Marienplatz: un passaggio attraverso uno splendido parco chiuso al pubblico, indispensabile per collegare il centro cittadino con i Parchi situati a nord-est
Uno dei passaggi cruciali del nostro percorso è il collegamento tra il Parco Marenzi e il Parco Caprotti, in particolare il tratto che riguarda la strada che affianca il ristorante bavarese “Marienplatz” e il successivo parcheggio privato, una volta attraversata via Pignolo bassa.
Qui ci troviamo di fronte alle uniche spese legali del progetto, per di più minime, in vista della richiesta delle servitù di transito. Infatti il Parco Marenzi è diviso dalla traversa di via Pignolo da un altro pezzo di parco chiuso al pubblico. Per rendere possibile il proseguimento del percorso ciclopedonale, quindi, sarebbe necessario avere l’autorizzazione a percorre il breve tratto che divide i due punti stradali in questione.
Si potrebbe trattare anche di un semplice passaggio, lasciando la proprietà dell’area agli attuali aventi diritto. Sempre per agevolare il passaggio in questa zona, rispettando le giuste esigenze di chi le abita, sarà necessario intensificare la segnaletica stradale. Per quanto riguarda Via Pignolo, la via, snodo nevralgico del centro cittadino, è ZTL da moltissimi anni. Tuttavia alle due ruote l’accesso non è negato, sia che si tratti di ciclomotori che di biciclette. Le uniche automobili in circolazione sono quelle degli abitanti e dei lavoratori della via, dunque sembra comprensibile che il flusso del traffico ne risulti molto limitato. La pista ciclopedonale non avrebbe quindi, alcun tipo di problema ad innestarsi con il tessuto urbano della zona.