Bergamo e il gioco d’azzardo: un binomio che purtroppo sta diventando sempre più stretto se è vero, come denunciano i dati dell’Asl di Bergamo, che i bergamaschi sono i primi in Europa e terzi al mondo per numero di giocate, con una spesa pro capite passata dai 330 euro nel 2001 ai 1.703 euro del 2012, per un giro d’affari complessivo di quasi 90 miliardi.
Secondo la stima del Dipartimento Politiche Antidroga, sulla quale l’Asl orobica ha elaborato i propri dati, a Bergamo i giocatori d’azzardo sono quasi mezzo milione, quelli problematici tra i 15 e i 19 anni sarebbero 9.371, i patologici (su tutta la popolazione) tra i 5 mila e i 20 mila. Di questi “solo” 273 si sono rivolti alle strutture di cura (Ser.T. o Smi), un numero che si è decuplicato dal 2005 a oggi. Sono i numeri da capogiro, e in continua crescita, soprattutto dal 2008.
È, quindi, un’emergenza. E in questo ambito il sindacato non può starsene a guardare. Per questo la Cisl da qualche tempo ha attivato una rete di relazioni utili a costruire insieme risposte di senso ad un problema con ripercussioni gravi sulle famiglie e le comunità locali. Va in questa direzione anche l’adesione al progetto “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, promossa oltre che da Cisl, da Acli, Arci, Cnca, Cgil, Avviso Pubblico, Libera, Gruppo Abele e altre organizzazioni di vario genere, spinte dal fatto che in Italia crescono i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della diffusione del gioco d’azzardo.