La situazione relativa agli ammortizzatori sociali in deroga in regione Lombardia è tornata ad essere critica in questo primo semestre del 2013. Dai dati di monitoraggio della Cisl regionale emerge nei primi 5 mesi dell’anno un forte incremento delle richieste di cassa in deroga (quasi pari a quanto richiesto in tutto il 2012), con 266 milioni di euro di spesa a fronte di circa 95 milioni stanziati per la Lombardia dal governo Monti.
Finora solo 2.102 domande sono state decretate a fronte delle 12.504 presentate, a Bergamo ha trovato risposta solo il 14% delle richieste. Con i 42 milioni autorizzati dal governo la scorsa settimana (all’interno dei 95) la Cisl ha chiesto di trovare modalità per coprire in modo più esteso aziende e lavoratori da troppo tempo in attesa delle indennità. Resta tuttavia troppo alto il numero di aziende e lavoratori che rischiano ancora di non avere risposte concrete e decretazioni per il primo semestre.
«Regione Lombardia – commenta Giacomo Meloni, della segreteria di Bergamo – ci ha proposto di poter anticipare direttamente ai lavoratori interessati tali spettanze, senza attendere l’espletamento di tutti i meccanismi autorizzativi. Stiamo valutando tecnicamente come ciò potrà essere realizzato. Noi, a esempio, chiediamo che dal miliardo di euro messo a disposizione dal governo Letta la Lombardia riceva una percentuale di riparto crescente; auspichiamo la concretizzazione di un fondo di garanzia da parte del sistema regionale che permetta di moltiplicare ulteriormente il sistema di anticipazioni bancarie ai lavoratori sospesi a zero ore e che non stanno ricevendo indennità».
Il quadro sta inoltre pesantemente condizionando il rinnovo dell’accordo sugli ammortizzatori in deroga per il secondo semestre, dal momento che la Lombardia ha in corso (unica regione in Italia) un accordo valido solo fino al 30 giugno prossimo. Su questo tema il confronto con l’assessorato al lavoro è stato aggiornato dopo la riunione della conferenza stato-regioni in materia che si giovedì prossimo 13 giugno.
«Riteniamo indispensabile – prosegue Meloni – arrivare rapidamente ad una intesa che confermi l’impianto di ammortizzatori che nel tempo abbiamo affinato, valutando le correzioni e quelle manutenzioni che permettono di non sfuggire al quadro delle risorse e che possano ridurre l’eccessiva distanza tra quanto richiesto negli accordi sindacali e quanto effettivamente utilizzato. Proporremo inoltre che vengano incentivati gli strumenti di solidarietà sia nazionali che in deroga che possono evitare l’allargamento dei licenziamenti nel tessuto economico già in grave difficoltà».