È del 26 marzo scorso l’annuncio da parte di Ryanair del raggiungimento di un “nuovo accordo collettivo” con tutti i suoi assistenti di volo, in cui si prevedono aumento del salario e nuovo sistema di turnazione nella compagnia, ma anche di “accordi” con i piloti della maggioranza delle basi in cui le precedenti intese economiche sono in scadenza proprio questo mese.
Nei confronti di questi “accordi” è già arrivata la forte perplessità di Rpg (Ryanair Pilot Group), ovvero di un numeroso gruppo organizzato di piloti al lavoro per il vettore low cost: «In una consultazione organizzata dai piloti per i piloti, la maggioranza schiacciante aveva già respinto al mittente l’offerta di Ryanair. Anche alla luce di questo, l’altisonante annuncio di Ryanair di aver raggiunto un ‘accordo’ con i propri piloti è fuorviante e non rappresentativo», si legge in un comunicato dei piloti.
Sulla medesima posizione si pone anche la Filt-Cgil di Bergamo, a cui sono arrivate voci di applicazione dell’accordo anche per i lavoratori che gravitano sullo scalo di Orio al Serio: «Non entriamo nel merito dei contenuti degli accordi, ma il dubbio sulla loro bontà e trasparenza ci viene dal momento che l’azienda non ha concordato alcun accordo con alcuna organizzazione sindacale, nemmeno autonoma. D’altra parte nessun sindacato è stato mai riconosciuto dalla compagnia che, invece, dice espressamente di prediligere una contrattazione diretta coi propri dipendenti. Ora, riteniamo che un buon accordo parta dal presupposto di essere stato negoziato tra le parti e che i lavoratori abbiano diritto di scegliere da chi farsi rappresentare e a chi affidare la contrattazione dei propri diritti e del proprio salario. Fino a quando le organizzazione sindacali non saranno riconosciute dall’azienda, qualsiasi accordo verrà considerato unilaterale, dunque non rappresentativo. Altro che intese, quelle ai piloti e agli assistenti di volo sono state solo offerte “prendere o lasciare”».