Bancarotta fraudolenta attraverso società operanti nell’edilizia che ruotavano attorno alla “Urgnano case”. Questi i reati identificati dal Gip del Tribunale di Bergamo che hanno portato la Guardia di Finanza a eseguire quattro misure cautelari: carcere per Giovanni Pietro e Gerolamo Pietro Rossoni, 58 e 56 anni, di Ghisalba e di Urgnano; domiciliari per Gianpaolo Mangoni, 58 anni, di Urgnano, responsabile dei cantieri e uomo di fiducia dei due fratelli, e Olga Ipatova, 45 anni, russa, compagna di uno dei due fratelli e dipendente della società. Le indagini delle Fiamme Gialle avevano già portato nel giugno del 2011 al sequestro di beni immobili del valore di circa 4 milioni di euro per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, al riciclaggio e alla sostituzione di persona. Le ulteriori attività investigative hanno portato alla luce ulteriori scenari. Il meccanismo fraudolento consisteva nel trasferire dalle società già sottoposte a sequestro ad altra intestata ad un prestanome, ma di fatto gestita dagli stessi indagati, tutti i contratti d’appalto aggiudicati. In tal modo, le società amministrate dal custode giudiziario, private di ogni operatività, venivano di fatto “svuotate” e portate al fallimento. In concreto gli indagati inducevano gli originari committenti dei cantieri a non saldare i debiti già maturati nei confronti delle società fallite e a versare somme di denaro nelle casse della nuova società.