Il 25 settembre 2012 il M5S di Bergamo pose l’attenzione sulla prossima assemblea di UBI, fissata per sabato 20 aprile 2013, per la nomina dei 23 membri del Consiglio di Sorveglianza. Ora altre forze desiderano essere della partita: l’associazione datoriale di Assimpresa, l’Associazione Soci UBI e la società di consulenza finanziaria Consultique. Quest’ultima è interessata al fine di garantire maggiori garanzie ai risparmiatori che intenderanno depositare i loro risparmi nel Gruppo UBI. Possiamo tranquillamente affermare che la situazione di stallo, che per anni ha caratterizzato la governance del gruppo bancario bergamasco/bresciano, inizia a far posto a scenari impensabili sino a poco tempo fa. Quanta insoddisfazione c’è attorno alla galassia UBI? Quanti attori desiderano un cambiamento, se non una rottamazione, di un vecchio modello di gestione bancaria? Che ne pensa la clientela che in questi anni ha visto perdere quel tradizionale rapporto con la filiale che ne faceva il punto forte? Che ne pensano i dipendenti della Banca? Sicuramente non bene visto l’accanimento terapeutico, sottoforma di esuberi, che negli ultimi anni ha caratterizzato l’atteggiamento dell’azienda verso i propri dipendenti. Il sindacato potrebbe dare un contributo determinante (molte le sigle presenti, oltre ai confederali FISAC/CGIL-FIBA/CISL-UIL e gli autonomi della FABI). Sembra che le liste in campo siano almeno 3: quella attuale, quella dell’Onorevole Jannone, che però al momento non sembra avere raccolto l’adesione paventata e una terza lista che, si mormora, potrebbe essere presentata entro fine mese.
Lo scopo principale per la quale si sono mosse l’Associazione Soci UBi, Assimpresa e Consultique è quello di educare la gente alla gestione del proprio territorio, di aumentare la partecipazione in modo da rendere meno autoreferenziale la gestione di aziende che impattano sulla vita dei cittadini in modo ancor più pesante di molti enti pubblici e di coinvolgere ed unire tutte le associazioni economiche presenti sul territorio per trovare soluzioni comuni per uscire dalla crisi.
Poterbbero esserci altre forze interessate ad intervenire nella partita? C’è da dire che la maggioranza delle associazioni hanno dei vertici che non sono rappresentativi della volontà dei loro associati soffrendo della medesima autoreferenzialità di cui è vittima la UBI. Così tutti sanno che l’Ascom è troppo legata al Cavalier Emilio Zanetti per mettere in discussione la gestione dei UBI. Ugualmente l’Unione Industriali dove la famiglia Zanetti è presente al completo nella Giunta e che dovrebbe esprimere, attraverso Moltrasio, il successore del Cavaliere. Non potranno essere della partita nemmeno la Compagnia delle Opere e l’API che avevano già appoggiato il Cavalier Emilio con l’ingresso in Consiglio di Paolo Agneli e Rossano Breno. Quest’ultimo, dopo i noti scandali, sembra che non sia più gradito nemmeno agli stessi militanti della CdO / CL e, nonostante questo, cercherebbe di creare una propria lista senza peraltro avere molte speranze. Anche altre associazioni facenti parte di “Imprese & Territorio – Comitato Unitario delle Associazioni d’impresa” hanno già allacciato troppi legami sia tra loro che con l’attuale establishament di UBI per mettersi in gioco.
Certamente tutte queste associazioni potrebbero avvantaggiare i loro associati (prevalentemente piccole aziende) cercando di favorire un rinnovamento che faciliterebbe l’accesso al credito delle pmi che operano sul territorio ma Bergamo è una città ingessata e difficilmente questo accadrà.
Conseguentemente, da questa analisi, si potrebbe pensare che una nuova lista non avrà l’appoggio dei molti soci titolari che si presenteranno all’assemblea. Fortunatamente non sarà così! Questi imprenditori ragionano con la proprio testa e sanno perfettamente chi dovranno votare nel segreto dell’urna. Il risultato sarà – così almeno noi ci auguriamo – che potranno cambiare non solo i vertici della banca ma anche quelli delle associazioni con la conseguenza di avere finalmente una Bergamo meno ingessata e meno autoreferenziata.
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Decisivo anche questa volta sarà l’Eco di Bergamo, che, grazie a Monsignor Beschi, potrà decidere come informare senza la presenza alla presidenza della società editoriale di Emilio Zanetti ma con una forte abitudine e confidenzialità a lavorare con l‘establishment bergamasco. Il nostro Vescovo è stato il protagonista di grandi cambiamenti, ad esempio sciogliendo il pericoloso legame con la Compagnia delle Opere e acquistando le quote nelle mani di alcuni imprenditori, ed ora si trova a dover prendere una decisione che sarà probabilmente decisiva.
Bergamo News ed il Corriere della Sera operano in copia all’ombra di Confindustria anche se si deve riconoscere che i loro direttori sono una garanzia di obiettività. Il Giornale di Bergamo, solitamente dalla parte delle PMI, è questa volta condizionato dalla presenza di Paolo Agnelli in UBI.