Non sempre il web è affidabile per chi sia alla ricerca di occupazione: di sicuro non lo è stato per R.C., 19 anni, studente della facoltà di Economia all’Università di Bergamo, che ha vissuto il danno e anche la beffa dopo un colloquio procurato attraverso la rete.
«Nel dicembre dello scorso anno ho trovato un annuncio di lavoro on line per il ruolo di animatore in villaggi turistici», spiega. «A gennaio la società Go!Up mi ha fissato un colloquio a Milano e mi ha offerto uno stage a Cecina in febbraio: per partecipare ho dovuto pagare 65 euro per vitto e alloggio e in più ho dovuto sostenere le spese di trasporto. Alla fine dei tre giorni, ho superato una selezione e firmato un contratto».
R.C. stima che dei circa 60 partecipanti allo stage circa la metà siano stati richiamati per la firma. «Malgrado l’abbia richiesta, a Cecina non mi è stata consegnata la copia del contratto firmato: hanno detto che l’avrebbero inviata per fax o email. Il testo conteneva una clausola in cui si parlava di una penale di 200 euro per inadempimento. In quella sede nessuno ha specificato la destinazione del viaggio: solo che le spese di trasporto sarebbero state a mio carico e che lo stipendio sarebbe stato di 400 euro per i due mesi di lavoro (con vitto e alloggio ovviamente gratis). Hanno assicurato che la destinazione sarebbe stata comunicata entro due settimane».
Eppure così non è stato: R.C. scrive una prima mail per chiedere notizie sulla meta e per ottenere la copia di quanto firmato. La risposta contiene solo un allegato con l’immagine illeggibile e completamente sgranata del contratto. Alla seconda richiesta di informazioni (sempre via mail) non viene data, poi, alcuna risposta.
Il periodo di lavoro avrebbe dovuto cominciare il 1° luglio e concludersi il 1° settembre: «Allora ho telefonato e mi hanno promesso dettagli sulla destinazione entro fine maggio. Il 23 giugno ancora non sapevo dove sarei finito, così ho scritto di nuovo a Go!Up specificando di non sentirmi più obbligato a partire».
Così l’estate di R.C. comincia con un altro lavoro, trovato all’ultimo momento, come assistente bagnanti in una piscina della provincia.
Ma dopo aver subito il danno per la perdita di un’opportunità di occupazione, arriva anche la beffa. A metà agosto R.C. riceve una raccomandata da Go!Up con la richiesta del pagamento della penale di 200 euro.
«Ovviamente sono rimasto senza parole», conclude lo studente, che poi si è rivolto a Nidil-Cgil di Bergamo.
«In alcuni blog on line abbiamo trovato traccia di altri ragazzi rimasti ‘impigliati’ nei meccanismi di Go!Up, dunque quello di R.C. non dovrebbe essere un caso isolato. Abbiamo subito scritto alla società sottolineando tutte le irregolarità riscontrate nella modalità di assunzione, dalla mancata consegna del contratto alla mancata dichiarazione del luogo di lavoro, oltre alla retribuzione assolutamente inadeguata», spiega Giuseppe Errico, segretario generale provinciale di Nidil-Cgil. «Purtroppo, però, negli ultimi tempi è sempre più frequente incontrare lavoratori che accettano condizioni lavorative che prima della crisi nessuno avrebbe mai preso in considerazione. Nidil, lo sottolineiamo, è disponibile a controllare i contratti prima ma anche dopo la firma».
«Capita di frequente che dietro annunci di lavoro pubblicizzati in internet o su riviste si nascondano delle offerte poco chiare o, diciamo, non proprio vantaggiose. Talvolta si tratta, poi, di vere e proprie truffe», aggiungono Marco Toscano e Diego Verdoliva del Servizio Orienta Lavoro della Cgil. «Esistono alcuni segnali per capire quando l’annuncio di lavoro è serio e concreto e quando nasconde offerte poco trasparenti: il Sol aiuta anche in questo delicato passaggio. Rispondere a un annuncio, sostenere un colloquio, valutare un’offerta di lavoro sono fasi della ricerca di lavoro che possono richiedere assistenza».
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All’ultimo sfuma il lavoro di animatore in un villaggio. E scatta pure la penale
Autore
Fabio
Redattore di un manipolo di free press da Bergamo7 a Mantova7, si cimenta con il magazine Città dei Mille. Ha i numeri. Collabora con il Corriere della Sera Bergamo per le pagine di cultura, spettacoli e tempo libero.