Dopo i cartelli in dialetto, le carte intestate bilingue, il centralino in bergamasco, il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini ha deciso di tornare agli onori della cronaca. Con una modifica al Piano di governo del territorio è stata vietata l’apertura di negozi etnici nel centro storico, nell’ottica di tutelare le attività tipiche e tradizionali. Non solo. È stata confermata l’impossibilità di realizzare sul territorio edifici di culto diversi da quelli cattolici.
C’è poi un’altra questione che bolle in pentola: un Consiglio comunale in cui si parla in bergamasco. È ciò che si augura il primo cittadino, al lavoro con il suo gruppo perché il vernacolo possa fare il suo ingresso a tutti gli effetti anche nel parlamentino. I leghisti infatti stanno rivedendo il regolamento per concedere a chi lo desidera di fare interventi in bergamasco anche durante le sedute in municipio. Ovviamente con la traduzione in italiano da mettere agli atti.
L’annuncio è stato dato direttamente da Malanchini ai microfoni della trasmissione radiofonica «Lingua e dialetti» in onda con Giovanni Polli su Radio Padania Libera. E’ il grande sogno di Malanchini che vede nell’uso del dialetto finalità anche educative per insegnare alle nuove generazioni l’importanza della memoria storica e della tradizione, affinché i ragazzi di oggi imparino fin da piccoli che «noi siamo il frutto di un percorso culturale».
«Credo che nel Consiglio di Spirano chi voglia fare un intervento in dialetto debba essere libero di poterlo fare. Non ho vergogna nel dire che la mia piccola Maddalena, che ha solo due anni, capisce e parla il bergamasco – ha commentato ai microfoni di Radio Padania – Ci tengo che lo conosca perché è importante sapere quali sono le nostre radici e da dove proveniamo. Questo non significa chiudersi, è invece un segnale di grande apertura. Se non si insegna questo, fra cent’anni anni, ma anche meno, i giovani neanche sapranno dell’esistenza dei dialetti. Il bergamasco è la lingua dei cittadini, quella di tutti i giorni. Nei comuni come Spirano è ancora la lingua più efficace per farsi capire. Per questo nel nostro Statuto è stata inserita come patrimonio da tutelare nella variante spiranese – ha continuato Malanchini – Modifica che tra l’altro è stata approvata all’unanimità, quindi anche dalle minoranze, che però di fronte ad altre iniziative si mostrano reticenti. Non riesco a capire come partiti del centrosinistra non lo capiscano, cosa che non avviene per esempio in Emilia Romagna. A Budrio per esempio il dialetto è di fatto riconosciuto come una lingua ufficiale».
Ed è proprio sull’esempio di quel comune di centrosinistra che Malanchini ha deciso di portare avanti la sua battaglia per restituire il degno valore a quella che «ol sindèc» considera la sua prima lingua. «A Budrio addirittura il dialetto è stato insegnato ai bambini della scuola elementare – ha continuato il lumbard – Qui da noi invece ci prendono per pazzi o peggio ci fanno passare per ridicoli. Fortunatamente a Spirano da questo punto di vista sembra di vivere in un’isola felice. Ogni nostra iniziativa è frutto di studi e valutazioni non certo lasciate al caso. Anzi, ci siamo sempre avvalsi di persone competenti come Gigi Medolago e Luciano Ravasio. E fino a oggi sono state molte più le dimostrazioni di apprezzamento e stima che quelle di disapprovazione». Spirano sembra quindi andare verso il bilinguismo a tutti gli effetti o addirittura il trilinguismo visto che a breve sarà pronto il nuovo sito del Comune, rigorosamente in bergamasco, inglese e italiano.