L’orario di lavoro si allunga? Ad Oriocenter i sindacati i categoria rispondono con uno sciopero di due ore per tre giorni consecutivi dal 5 fino al 7 gennaio, dalle 22 a mezzanotte (dunque braccia incrociate non solo il 5 gennaio, come in precedenza annunciato). Coinvolgerà tutti gli esercizi commerciali, i servizi generali e i pubblici esercizi del centro commerciale. La protesta ha l’obiettivo di “tutelare tutti i lavoratori a cui è stato imposto l’orario notturno, dando la possibilità di una libera scelta”.
La protesta arriva dopo l’annuncio della decisione di prolungare fino a mezzanotte l’orario di lavoro nei giorni del 5, 6 e 7 gennaio, appellandosi a quanto previsto dal decreto “Salva Italia”, che modifica alcuni passaggi del decreto Bersani del 2006 in termini di aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi e domenicali e di orari gestiti liberamente.
“La Legge regionale che regolamenta questo tipo di attività non può essere automaticamente superata dal decreto del Governo centrale” si legge nel volantino unitario firmato da FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL di Bergamo e in distribuzione il pomeriggio del 4. “Per questo riteniamo illegittime queste decisioni di operatori commerciali o di singole amministrazioni comunali”.
I sindacati parlano di uno “squilibrio tra il calo dei consumi dovuto alla crisi e questa straordinaria nuova offerta di disponibilità al consumo: è un’illusione che aumentando l’offerta in termini di orari e di aperture aumentino anche i ricavi. Si accentua a livelli mai visti la concorrenza rendendola, per via dei costi, insostenibile per alcuni operatori”.
Per questo si dicono “preoccupati per quello che succederà nel breve periodo: ogni operatore, seguendo l’esempio di OrioCenter, si riterrà libero di decidere senza più una regola su orari e aperture. I costi sociali per i lavoratori del settore saranno pesantissimi ed anche per i consumatori perché la grande distribuzione scaricherà sui prezzi i maggiori costi derivanti dall’organizzazione del lavoro sul festivo e sulla notte”.
E quello che prevedono i sindacati di categoria è un futuro a tinte fosche: “Sul lungo periodo poi le conseguenze saranno pesantissime: le chiusure, con perdite di posti di lavoro, di quelle catene commerciali o centri che non saranno più in grado di sostenere la concorrenza con prevedibili ripercussioni per quelle aree territoriali che hanno investito tutto sulla presenza di un centro commerciale”.