Il nome della MALGA LUNGA è indissolubilmente legato alla memoria della tragica giornata del 17 novembre 1944, quando reparti fascisti della “Tagliamento”, dopo la batosta nel combattimento della Corna Lunga, riuscirono a sorprendere e catturare una parte della squadra di Giorgio Paglia, ufficiale della 53a Brigata Garibaldi. Giorgio Paglia e i suoi uomini vengono sorpresi dall´imboscata, favorita dal mancato allarme della sentinella. Sono costretti ad arrendersi, dalla sproporzione di forze e dalla presenza di due uomini feriti da una bomba a mano gettata all´interno. di Luca Scaburri
I due, il russo Starich e il partigiano Tormenta (Mario Zeduri), malgrado le promesse, vengono subito ´finiti´ dai fascisti a colpi di pugnale. Giorgio Paglia, Guido Galimberti e Andrea Caslini, con i russi Simone, Alekander, Domez e Molotov vengono portati a Costa Volpino. Sono tutti condannati a morte e fucilati al locale cimitero. Giorgio Paglia potrebbe salvarsi in quanto figlio di medaglia d´oro. Chiede la libertà dei suoi compagni, negatagli, si fa fucilare per primo. Nello stesso giorno, poco distante, nel cimitero di Sovere vengono fucilati anche i fratelli Pellegrini “Falce e Martello” catturati due giorni prima nei rastrellamenti di Covale. La MALGA LUNGA diventa il simbolo della 53a Brigata Garibaldi “Tredici Martiri” e santuario della Resistenza bergamasca. Ridotta a rudere, è stata ricostruita per iniziativa degli stessi partigiani ex garibaldini, che vogliono ricordare alle giovani generazioni quanto è costata la conquista della libertà e della democrazia.
L’edifico denominato Malga Lunga è situato in comune di Sovere e la tipologia edilizia è riconducibile a quella di una malga di inzio secolo.
Il progetto di recupero della Malga Lunga si è reso necessario per adeguare l’edificio alle attuali normative in campo edilizio/sanitario. L’intervento proposto tende al recupero dell’immobile nel massimo rispetto possibile delle sue caratteristiche; le necessità più urgenti sono quelle di portare l’edificio a una sua completa messa a norma rispetto alle leggi vigenti e di razionalizzazione degli usi.
I lavori da eseguire sono stati divisi in due lotti, per poter meglio gestire sia le lavorazioni che le maestranze ( che per molte lavorazioni sono state eseguite da personale qualificato ma volontario): il primo lotto (ad oggi già eseguiti) riguardava i lavori di sistemazione del piano terra, opere hanno concorso all’ adeguamento normativo, la formazione di un nuovo locale cucina, nuovi servizi igienici (accessibili dall’interno della malga e dall’esterno, in caso che i gestori non siano presenti e quindi la malga risultasse chiusa al pubblico), nuovi pavimenti e il rifacimento di impianto elettrico ed idraulico.
Il secondo lotto prevede il sopralzo del piano primo con conseguente rifacimento della copertura: operazioni necessarie per allestire nel piano primo il museo storico-didattico-multimediale. Infatti in questi spazi si prevede di allestire un vero e proprio museo dedicato alla storica resistenza bergamasca,non inteso come un classico museo “statico” bensì dinamico dove mediante l’utilizzo di audiovisivi e computer in generale, i fruitori possano rivivere vicende storiche proprio nei luoghi dove tali vicende sono avvenute. Infatti musei rappresentano un occasione unica per fornire cultura e formazione, conciliando attività di conservazione con quella educativa e dando quindi la possibilità di attivare, per i fruitori, processi cognitivi, emotivi che accrescano la conoscenza degli individui e la consapevolezza di se stessi e della propria storia. In quest’ottica di educazione mirata e permanente i musei e le rispettive attività educative rappresentano senza dubbio alcuni dei nodi di maggior rilievo.
Un museo didattico multimediale significa mettere il visitatore nella possibilità di identificare il bene, vale a dire di accedere a tutte le informazioni più semplici come una data, una motivazione il modo in cui un oggetto funzionava o un ‘eventuale tecnica di realizzazione e non la visione di un semplice oggetto esposto, di conseguenza a sollecitare le persone a porsi domande relative all’oggetto o al fatto al fine di attivare una comprensione più profonda. In sostanza, si tratta di offrire al fruitore le informazioni sui significati che danno un senso al bene preso in considerazione nel museo andando a ricostruire i reticoli storici. Inoltre instaurare un rapporto di circolarità museo-territorio, così che la visita al museo susciti il desiderio di andare alla scoperta di nuovi significati da individuare nel territorio circostante e al tempo stesso che anche il territorio rimandi al museo, in un integrazione reciproca. In modo tale che il visitatore ponga i significati che ha scoperto in relazione con se stesso e la propria storia.
Raggiungere questo obiettivo significa rendere più stretto il rapporto tra presente, passato e futuro, mettendo in grado le generazioni attuali di creare il proprio avvenire attingendo all’eredità lasciata da quelle passate.
di Scaburri Luca