Monsignor Achille Sana è stato per 34 anni rettore carismatico (oltre che preside dal 1984 al 2009), del Collegio vescovile Sant’Alessandro. Si definisce “padre di schiere di studenti e studentesse” diplomatisi nel prestigioso istituto di via Garibaldi. (G.P).
Una platea festosa e commossa (allievi, genitori, insegnanti, il preside Lucio Sisana e il nuovo direttore spirituale don Luciano Manenti) ha tributato una “standing ovation” al “suo” don Achille che ha lasciato l’incarico lo scorso 31 maggio. Settantadue anni ben portati, talare nera, affabile, già vicerettore del ginnasio del Seminario dal 1965 al 1977, sacerdote dal 1964, don Sana ha conciliato il sacerdote con l’educatore.
Che cosa le lasciano questi 34 anni?
“Il dono di aver visto come l’uomo, nella sua esistenza, fa fiorire dentro di sè quella progettualità che la natura nasconde e tu, come educatore, dal di fuori, cerchi di stimolare perché si manifesti e si evolva”
Quanti ragazzi ha visto passare?
“Innumerevoli. Nella memoria restano impressi soprattutto gli allievi che ho accompagnato alla maturità e poi anche nell’iscrizione all’università”
Tutti figli suoi?
“Sono creature affidate a me, “miei fioi”, con i quali nasce una relazione analoga a quella con i genitori. Questi ragazzi sono patrimonio della tua famiglia, del tuo cuore, delle tue attenzioni”
E li ha visti cambiare in 34 anni?
“La pedagogia a scuola e in famiglia è mutata, cambiata la società, ma il nucleo interno su cui lavorare per far spuntare dentro il ragazzo azioni e conversioni, è sempre lo stesso”
Che cosa significa essere scuola di ispirazione cristiana?
“Questa è la radice più intima ed esclusiva di tutta l’opera educativa. Nella nostra azione educativa prolunghiamo l’opera creativa di Dio. E come se Dio mi incaricasse di essere suo continuatore. L’alunno beneficia di questa paternità e gli allievi hanno sempre visto il Collegio come scuola e come seconda casa. Qui è ricreata una seconda famiglia“