Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII: il Papa Grande e il Papa Buono. Due Pontefici entrambi Beati. Le loro vite si sovrappongono per 43 anni: dal 1920, anno di nascita di Karol Wojtyla, al 1963 anno della morte di Papa Roncalli. Nonostante le diverse età, le loro esistenze a ben guardare la cronologia degli eventi, per molti aspetti sono corse parallele e – più di una volta – si sono intrecciate. Il sottile filo del destino di due uomini di Chiesa si è spesso unito e annodato.
BEATIFICAZIONE – La beatificazione di Giovanni Paolo II è l’ultimo evento – ma solo in senso temporale – che accomuna i due successori alla Cattedra di San Pietro. Papa Roncalli lo aveva preceduto il 3 settembre 2000 ed era stato lo stesso Papa Wojtyla ad elevarlo agli onori degli altari.
Il volume «I due Giovanni» edito da Emmeci-Roma, corredato di fotografie in parte inedite, scritto da Emanuele Roncalli, giornalista de L’Eco di Bergamo, in occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II, racconta pagine anche poco note della vita dei due Papi, come l’incontro fra il card. Wojtyla e Giovanni XXIII, la loro devozione mariana, il loro approccio al segreto di Fatima e altri argomenti di grande interesse.
WASHINGTON POST – Pochi giorni fa, confrontando le figure di Angelo Giuseppe Roncalli e di Karol Wojtyla, l’editorialista del Washington Post Eugen Joseph Dionne Jr. ha fatto ricorso a dei paragoni audaci: “E’ difficile immaginare Sant’Agostino senza San Paolo, George Washington senza Thomas Jefferson – ha scritto -, e Giovanni Paolo II senza Giovanni XXIII”. In altre parole, i tratti salienti del pontificato di Wojtyla (dalla difesa dei diritti umani alla rivendicazione della priorità del “lavoro” nei confronti del “capitale”, ai gesti di riconciliazione nei confronti dei “fratelli maggiori” ebrei) sarebbero stati anticipati e resi possibili dai gesti profetici di Roncalli, che vedeva nella Chiesa non “un museo da custodire, ma un giardino da coltivare”. La tesi espressa dal columnist americano si ritrova singolarmente anche nel libro bilingue I due Giovanni. Dwóch Janów.
EMANUELE RONCALLI – L’autore, il giornalista dell’Eco di Bergamo Emanuele Roncalli, è pronipote e biografo di famiglia del Beato Giovanni XXIII; autore di numerose pubblicazioni di argomento storico e religioso, ha anche seguito in più occasioni, come cronista, i viaggi pastorali di Giovanni Paolo II in Italia. Parlandoci di questo suo volume (che a Bergamo può essere acquistato, oltre che nelle edicole, presso la Libreria San Paolo e la Buona Stampa), egli spiega che “la percezione di una continuità ideale tra il papa bergamasco e quello polacco è molto diffusa tra i fedeli.
Lo si nota anche a livello lessicale: rispetto agli altri papi del Novecento, che sono semplicemente indicati con i loro appellativi pontificali, Giovanni XXIII è divenuto nell’immaginario collettivo “il papa buono”, e Giovanni Paolo II “il grande”.
PAPI BEATI – In effetti, le loro vite si sono più volte intrecciate”. Ne I due Giovanni è documentato, ad esempio, il primo incontro personale tra Papa Roncalli e Wojtyla, allora amministratore temporaneo della diocesi di Cracovia: “Avvenne l’8 ottobre 1962, pochi giorni prima che si aprisse il Concilio Vaticano II – racconta Emanuele Roncalli -: guidato dal cardinale Stefan Wyszyński, un gruppo di prelati polacchi fu ricevuto in udienza privata da Papa Giovanni. Di quel giorno ci restano alcune straordinarie immagini: in una di esse – una foto di gruppo – Giovanni XXIII è alla sinistra di Wyszyński, mentre Wojtyla è all’estremo opposto. Si nota che lui e il pontefice bergamasco sono i soli a tenere, simultaneamente, la mano destra appoggiata alla croce pettorale”. Un secondo “incontro” tra i due avvenne dopo la morte di Papa Roncalli: fu proprio Wojtyla, il 3 settembre del 2000, a presiedere la cerimonia con cui il suo predecessore fu elevato alla gloria degli altari. Ne I due Giovanni si evidenzia l'”affinità elettiva” tra il quartogenito di una famiglia di mezzadri di Sotto il Monte e il terzo figlio di una modesta famiglia di Wadowice. “Già le loro origini – prosegue Emanuele Roncalli – paiono simili. Inoltre, Wojtyla e Roncalli sono stati testimoni delle grandi tragedie del Novecento: le due guerre mondiali, il nazismo, la Shoah. Entrambi hanno vissuto nell’Europa orientale: Wojtyla nel suo Paese natale, la Polonia; Roncalli in Bulgaria e poi, come delegato apostolico, in Grecia e in Turchia, dove riuscì a salvare molti ebrei”.
SPIRITUALITA’ MARIANA – Notevoli sono anche le convergenze sul piano della spiritualità, con un’intesa devozione mariana che in entrambi i casi risaliva all’infanzia: “La venerazione alla Madre di Dio nella sua forma tradizionale – ricorderà nel 1996 Giovanni Paolo II – mi viene dalla famiglia e dalla parrocchia di Wadowice. Ricordo, nella chiesa parrocchiale, una cappella laterale dedicata alla Madre del Perpetuo Soccorso, dove di mattina, prima dell’inizio delle lezioni, si recavano gli studenti del ginnasio”. Analogamente, uno dei più bei ricordi d’infanzia di Giovanni XXIII era legato al piccolo santuario della Madonna delle Caneve, a Sotto il Monte. Vi era stato condotto giovanissimo, in occasione di una celebrazione religiosa, e la madre se lo era messo sulle spalle, perché anche lui, oltre la folla dei fedeli, potesse vedere l’immagine della Vergine: ne rimase come folgorato.
LA SEPOLTURA – Emanuele Roncalli riferisce ancora un fatto, suggestivo e tuttavia relativamente poco noto: “Nel 2005, Giovanni Paolo II fu sepolto nelle Grotte Vaticane, nella medesima nicchia che a suo tempo aveva ospitato il corpo di Papa Roncalli, prima che fosse traslato in San Pietro, come è tradizione per i papi proclamati beati. Era stato lo stesso Wojtyla a esprimere il desiderio che la sua bara fosse deposta nella tomba del predecessore. Ora, anche il corpo di Giovanni Paolo sarà traslato nella basilica: i resti del pontefice bergamasco e di quello polacco riposeranno dunque a breve distanza”.