Cinque chilometri al mattino e altri cinque al pomeriggio. In camera, con la cyclette. E’ questo forse l’elisir di lunga vita di Vittorio Puppi, classe 1915, residente in via Einstein, a Colognola, che il 15 ottobre ha compiuto 102 anni? «E’ l’uomo più anziano della nostra comunità – ricorda il parroco don Francesco Poli nel fargli gli auguri – e mi fa piacere vederlo in discreta salute fisica e mentale». «Sì – conferma Puppi – ci vedo ancora bene dopo l’operazione alla cataratta. Leggo il giornale e guardo la televisione; ho guidato l’auto sino ai 95 anni».
Un fisico forte, una vita lunga piena di avvenimenti quella di Vittorio. Nato a Bergamo, Puppi ha fatto il servizio militare a Pavia, tra il 1937 e il 1938, quando già soffiavano venti di guerra. Mandato sul fronte francese e subito dopo, nel 1940, in Africa Settentrionale, ha partecipato per tre anni alle operazioni di guerra, prima vittoriose («Siamo arrivati a pochi chilometri dal Cairo») e poi compromesse per l’intervento degli Stati Uniti. Fatto prigioniero dagli Inglesi nel maggio 1943, fu rinchiuso in campo di concentramento in Libia e poi in Inghilterra. «La guerra non poteva che andare male per noi – ricorda Puppi – perché eravamo male equipaggiati, sia come abbigliamento che come armamenti. Ci mancava persino l’acqua per lavarci ed eravamo tutti pieni di pulci. Una doccia vera per liberarmi dalle pulci l’ho potuta fare solo quando mi hanno fatto prigioniero».
Finita la guerra, Vittorio Puppi fu liberato il 28 marzo 1946: prima un avventuroso viaggio per nave dall’Inghilterra a Napoli, poi in vagone merci sino a Bergamo. Era l’aprile 1946, dieci anni dopo la partenza per il servizio militare. Aveva 31 anni e un lavoro da cercare. «A causa della guerra – ricorda – non ho potuto finire il conservatorio e a nulla mi sono serviti i nove anni di studio del violoncello. Alla fine ho trovato lavoro come impiegato alla Cesalpinia, arrivando alla pensione di capo ufficio nel 1962».
Come fa a mantenersi in forma? «Ho sempre avuto la passione per la montagna – risponde – e ho sempre fatto grandi camminate. Oggi cammino ancora, ma con il bastone e all’interno del mio appartamento. Faccio due sedute di cyclette al giorno, cinque chilometri per volta. Mangio poco. A mezzogiorno un primo piatto, frutta e un caffè con grappa, la sera un minestrone o passato di verdura e della frutta. Il vino? Sì, un bicchiere al giorno. Ho un debole però per i cioccolatini».