Si chiama Piero ed abita a Gorle, è nato nel 1934 e ha sempre fatto il falegname, lui ha una passione che ha preso come forte impegno con se stesso, prima di tutto. Se passi da casa sua ti racconta quello che generosamente ha fatto e sta ancora facendo a sue spese per aiutare alcuni ragazzi armeni, disabili, poveri e bisognosi soprattutto d’affetto. (a cura di Federico Rossi)
Gli vengono le lacrime agli occhi quando dice dei sacrifici che è dispostissimo a sobbarcarsi pur di non deludere quei teneri esserini che ogni anno lo aspettano più che se fosse Babbo Natale. Lui va da loro carico di roba e quella che non può portare con sé cerca, durante tutto il tempo che rimane in Italia, di farla arrivare comunque e sempre, organizzando per le raccolte e successive spedizioni. Chiede a tutti coloro possano dare una mano, qualcosa, qualsiasi cosa, poiché in Armenia c’è davvero bisogno di tutto. Fa il giro delle fabbriche, dei negozi, dei mercati e raccoglie tutto quello che può. Con la sua esperienza di falegname è riuscito a costruire direttamente sul posto vari mobili e pavimenti dai pezzi che ha raccolto in Italia. Trascorre intere settimane, a volte anche mesi in Armenia pur di ripartire con la consapevolezza di aver dato il suo contributo, oltre il suo amore.
E’ una persona semplice e la bontà gli passa dagli occhi e va dritta al cuore per ritornare sulla sua bocca con un sorriso che gli illumina il volto quando ti mostra le foto (ne pubblichiamo alcune col suo consenso)dei suoi prediletti e le tre casette che con le sue abili mani ha costruito per le suore Missionarie della Carità, meglio conosciute come cattoliche dell’ordine di Madre Teresa di Calcutta. Si sofferma sui particolari di alcuni bambini e dice che alcuni sono stati addirittura abbandonati dai genitori perché nati imperfetti e sarebbero stati un peso per la famiglia che non può sostenerli. Lui li ha accolti tutti, sono tutti come suoi figli e vuole loro un mondo di bene.
E’ una lunga storia la sua che si confonde nelle mille altre storie che vive tutte insieme quando si reca in Armenia, è una guerra quella che combatte tutti i giorni per salvare le vite meno fortunate di altre persone, una guerra senza sosta, senza limite, ma a cui lui vuol trovare una fine, è la guerra personale di Piero Morelli.
Il comune di Gorle dedicherà a Piero un intero articolo alla sua storia e a quella dei suoi amici nel giornalino del Comune, la pubblicheremo anche noi appena sarà stata scritta.
Le foto della sua avventura